Politica

Monfalcone al voto: la candidatura di Bou Konate divide la città

di Gianluca Pascutti -


A Monfalcone, città friulana di circa 30.000 abitanti, l’annuncio della candidatura a sindaco di Bou Konate ha sollevato un acceso dibattito politico e sociale. Ex assessore ai Lavori pubblici in una giunta di centrosinistra, Konate ha deciso di scendere in campo con una lista composta interamente da cittadini stranieri, in gran parte esponenti della comunità islamica locale. La sua candidatura, che si inserisce nel contesto delle elezioni amministrative previste per il 13 e 14 aprile 2025, ha scatenato reazioni contrastanti tra la popolazione e la classe politica, non solo a Monfalcone ma nell’intera regione.

Un tessuto sociale complesso

Monfalcone si distingue per un’elevata presenza di cittadini stranieri, che rappresentano circa un terzo della popolazione, con una forte componente della comunità bengalese di fede islamica. Negli ultimi anni, questa crescita demografica ha alimentato un dibattito sull’integrazione e sull’identità culturale della città. La candidatura di Konate ha reso ancora più evidente la spaccatura tra chi vede in questa evoluzione una naturale conseguenza dei mutamenti sociali e chi teme un cambiamento troppo radicale dell’identità cittadina.

Le reazioni politiche

Anna Cisint, ex sindaca ed europarlamentare della Lega, ha espresso preoccupazione, affermando che la candidatura di Konate sarebbe parte di un progetto più ampio della comunità islamica per “prendere il potere” in città. Secondo Cisint, questo rappresenterebbe una minaccia per i valori e la cultura occidentale di Monfalcone, città storicamente legata alla cantieristica e a una tradizione industriale che ha caratterizzato il tessuto sociale per decenni.

D’altro canto, Diego Moretti, candidato del centrosinistra con la lista “Monfalcone Civica e Solidale”, ha minimizzato le preoccupazioni, sostenendo che la candidatura di Konate dimostra che la sinistra non è automaticamente schierata con le comunità immigrate, come spesso viene accusata dal centrodestra. Per Moretti, il vero tema da affrontare riguarda le politiche sociali e il rilancio della città, piuttosto che la provenienza dei candidati.

Le preoccupazioni della popolazione

Mentre il dibattito politico infiamma i media e i social network, tra i cittadini di Monfalcone e dei comuni vicini cresce il timore di una città che sta cambiando troppo rapidamente. Molti residenti esprimono la preoccupazione che l’affermazione politica di una comunità specifica possa portare a un’amministrazione incapace di rappresentare equamente tutti i cittadini. Alcuni imprenditori locali temono inoltre che un’amministrazione guidata da una figura espressione della comunità straniera possa alterare gli equilibri economici della città, mentre altri vedono in questa candidatura un segnale positivo di integrazione e partecipazione democratica.

Nei comuni limitrofi, come Ronchi dei Legionari e Staranzano, l’attenzione resta alta: la vicinanza con Monfalcone implica che eventuali cambiamenti nella governance della città potrebbero avere ripercussioni anche su questi territori, sia in termini di flussi migratori che di politiche economiche e sociali.

Un voto cruciale per il futuro di Monfalcone

La candidatura di Bou Konate ha aperto una nuova fase del dibattito pubblico a Monfalcone, mettendo in luce questioni che vanno ben oltre il singolo appuntamento elettorale. La città si trova di fronte a una scelta importante: abbracciare un modello di amministrazione che include figure provenienti da comunità straniere oppure confermare una leadership politica più tradizionale.

Il risultato delle elezioni di aprile potrebbe segnare un punto di svolta nella storia politica di Monfalcone, con conseguenze che si rifletteranno non solo sulla città, ma anche sull’intero Friuli Venezia Giulia. L’esito del voto mostrerà se la cittadinanza è pronta ad accogliere un cambiamento profondo o se preferirà mantenere un assetto politico più consolidato.


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