Cronaca

Serena Mollicone, Cassazione annulla l’assoluzione ai Mottola

di Cristiana Flaminio -


La Cassazione ha disposto il processo bis sul caso legato all’omicidio di Serena Mollicone. La decisione è arrivata nella serata di ieri dopo due ore di Camera di Consiglio. Gli ermellini hanno annullato l’assoluzione in secondo grado per Franco Mottola, già comandante della stazione dei carabinieri di Arce, in provincia di Frosinone, per il figlio Marco e sua moglie Annamaria. Tutti accusati di concorso nell’uccisione della ragazza. E adesso dovranno affrontare di nuovo il processo. All’epoca dei fatti, registratisi nel 2001, Serena Mollicone aveva 18 anni; sulla sua morte, 24 anni fa, non s’è fatta ancora sufficiente chiarezza per i giudici della Corte di Cassazione. La famiglia della ragazza ha accolto la notizia con soddisfazione. Lo zio Antonio, fratello di papà Guglielmo morto nel maggio del 2020 dopo aver dedicato tutti gli anni vissuti alla ricerca della verità, ha dichiarato: “Si apre una possibilità per noi familiari e per la comunità intera, tutta. Quando si maltratta e si riduce una bambina in quelle condizioni, non possiamo far finta che non ci interessi. Siamo contenti proprio per questo senso di apertura alla ricerca ancora della verità. Non ci interessano presunti responsabili ma i responsabili. Non un capro espiatorio, sono 24 anni che aspettiamo”.

Soddisfatto anche Anthony Iafrate, avvocato di parte civile che segue la sorella di Serena, Consuelo: “Oggi veramente è il primo passo verso la giustizia che la famiglia Mollicone sta attendendo ormai da 24 anni. Non è ancora una vittoria, perché stiamo parlando di una ragazza che è stata brutalmente uccisa, questo è solo un nuovo inizio. Certamente – ha precisato – è un punto di svolta importante perché se la Cassazione avesse rigettato il ricorso, il caso di Serena sarebbe stato chiuso. Questo per noi è motivo di grande orgoglio e di fiducia nella giustizia. Ci attende una nuova sfida in Corte d’Appello ma siamo già pronti perché non vediamo l’ora di arrivare alla giustizia”.


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