Misto mare SCHLEIN
SILVIA ROGGIANI PD, STEFANO BONACCINI PRESIDENTE PD, ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD, DEBORA SERRACCHIANI PD
Altro che rinnovamento. La gestione Schlein è un Letta bis. Nella nuova segreteria, composta da 21 membri, c’è tutto e il contrario di tutto, proprio come ai tempi del docente parigino. La promessa di cambiamento, predicata in campagna elettorale, scompare dopo qualche giorno di trattative. La battagliera sardina perde la verve delle primarie, si accontenta di piazzare qualche fedelissimo e se ne va in ferie dopo essere stata messa sotto pressione dai soliti generali. Colei che doveva rivoltare il mondo dem come un calzino, nei fatti, si arrende alle solite mozioni. Stiamo parlando ovviamente delle stesse bande che hanno imballato la gestione Renzi e che hanno costretto Zinga alle dimissioni. Queste ultime, d’altronde, sono le vincitrici della lunghissima contesa per la segreteria. Neanche la mediazione di un veterano come Boccia è stata sufficiente a metterle in disparte. La scelta di togliere i vicepresidenti non è altro che il classico “mantello dell’invisibilità”, citando di mondo di Harry Potter, per nascondere l’ennesima spartizione della torta.
Il minestrone di Elly
Il nuovo vertice risulta diviso secondo i canoni del sempre presente manuale Cencelli. Vale più di mille parole la conferma dell’eterna Debora Serracchiani. Il caschetto più conosciuto dai progressisti italiani cade sempre in piedi. Potrebbe prendere l’oscar del riciclaggio. Basta dargli un dito e si prende la mano. Ne sanno qualcosa i vari Bersani, Renzi e Letta. Sinistra o centro, l’ex governatrice del Friuli ha sempre l’abito giusto per l’occasione. Non basta neanche una batosta epocale nella sua Regione o una campagna contro chi ha vinto le primarie per tenerla fuori dai giochi. Anzi, torna più forte di prima! L’ex capogruppo alla Camera, però, non è l’unica a essere salvata. Nell’elenco dei ripescati c’è di tutto e di più. Viene resuscitata, ad esempio, l’inesauribile Maria Cecilia Guerra, il cui nome è adatto a ogni stagione. Stiamo parlando, dunque, di chi ha fatto parte dei governi Monti, Letta, Conte II e Draghi. Stesso discorso vale per la franceschiniana Marina Sereni. Quest’ultima dopo aver fatto la vicepresidente del partito (dal 2009 al 2013) e della Camera (dal 2013 al 2018) è stata viceministra agli Esteri negli esecutivi antecedenti a quello Meloni. Medesimo ragionamento vale per l’intoccabile Antonio Misiani, che dopo aver avuto la patata bollente del commissariamento partenopeo, riceve il contentino dell’Economia. Tra le “non novità” certamente bisogna annoverare pure il vicesegretario uscente Giuseppe Provenzano, a cui viene affidato il delicatissimo compito degli Esteri. Nome abbastanza noto anche Alessandro Zan, dal quale prende l’omonima legge e super esperto di diritti, così come Marco Furfaro, portavoce della mozione di Elly, che da papabile vice viene retrocesso a responsabile per le iniziative. Rappresentante di Articolo I, poi, è Alfredo D’Attorre, delfino di Bersani e già consigliere del ministro Speranza, che si occuperà di Università.
Il gotha emiliano
Nella squadra di Elly, un ruolo da protagonista è certamente quello svolto dagli emiliani. Al vertice, stavolta, ci sono: Davide Baruffi, consigliere del presidente del Bonaccini e nome su cui l’omone in Ray Ban non ha voluto neanche discutere; Marwa Mahmoud, consigliera comunale a Reggio Emilia e fondatrice del movimento “Italiani senza cittadinanza”, passata alle cronache per le sue battaglie per lo Ius Soli e Igor Taruffi, assessore al welfare e fedelissimo di Stefano il modenese. Quest’ultimo ovviamente avrà nelle stanze anche il suo braccio destro Alessandro Alfieri, che si occuperà, non a caso, di Riforme e Pnrr.
Sindaci e new entry
In rappresentanza degli amministratori, poi, c’è Pier Francesco Majorino. Lo sconfitto delle ultime regionali in Lombardia sarà colui che dovrà farsi carico di politiche migratorie e diritto alla casa. Non sarà, però, l’unico ad aver avuto un’esperienza in Comune. Una casella viene data a Camilla Laureti, eurodeputata e più volte consigliera a Spoleto, a Irene Manzi, già assessore a Macerata e a Stefania Bonaldi, ex fascia tricolore di Crema, conosciuta come la sindaca dei diritti. I Consigli regionali, invece, saranno rappresentati da Marta Bonafoni, pupilla di Zingaretti.
Le novità
Diverse sono le new entry. Tra queste possiamo annoverare: Annalisa Corrado, responsabile delle attività tecniche del Kyoto Club; Marco Sarracino, ex segretario del Pd di Napoli; Vincenza Rando e Sandro Ruotolo, storico giornalista della Rai, eletto senatore nella scorsa legislatura con LeU.
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