Cronaca

Milano-Cortina, l’Ai per l’antimafia sulle opere

di Dave Hill Cirio -


La prevenzione antimafia per i Giochi di Cortina 2026 avrà per alleato anche l’intelligenza artificiale. Simico, l’azienda incaricata dei lavori alle Olimpiadi di Milano-Cortina, ha lanciato un’applicazione intelligente che consente di controllare in tempo reale lo stato di avanzamento dei cantieri, esplorando la rispettiva area geografica, e ottenendo dati dettagliati, documenti, tabelle e grafici.

L’iniziativa, nell’ambito delle attività di una sorta di “super prefettura” varata dal governo e che gestisce la cabina di regia sui controlli guidata dal prefetto Paolo Canaparo, con l’ufficio antimafia del ministero dell’Interno, Simico, la Direzione Investigativa Antimafia, il Gruppo interforze centrale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della presidenza del Consiglio dei Ministri.

Simico è la partecipata del governo che realizzerà le 100 opere dei Giochi Milano-Cortina 2026, per un valore di oltre 3 miliardi di euro. Fino a pochi mesi fa – l’elenco delle opere è in continuo aggiornamento e rimodulazione – comprendeva un potenziale da 3,6 miliardi di euro, per 111 interventi, di cui 58 sportivi e 53 infrastrutturali. Simico ne aveva 92, mentre con il decreto dello scorso febbraio 5 erano tornate ad Anas, 12 a Rfi e una a Ferrovie Nord Milano, riguardante il collegamento per Malpensa.

Un tema delicato e scottante, la regolarità degli appalti e di tutte le opere e le iniziative dei Giochi, specie in riferimento alla omonima Fondazione. Nel maggio scorso, l’inchiesta della Procura di Milano sull’ex vertice della Fondazione Milano-Cortina Vincenzo Novari. Recentissima, la notizia che le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 erano finite nelle mire dei vertici del tifo organizzato di Inter e Milan, indagati dalla Procura di Milano. A far gola agli ultras, la gestione dei parcheggi dei prossimi Giochi invernali: dalle intercettazioni riportate in una delle informative agli atti dell’inchiesta milanese emerge che Gerardo Zaccagni, l’imprenditore che gestiva i parcheggi dello stadio milanese di San Siro, attualmente ai domiciliari, nel gennaio 2021, chattando con Giuseppe Caminiti, suo dipendente legato alla ‘ndrangheta e ritenuto il tramite per versare mensilmente diverse migliaia di euro di introiti ai due capi ultras interisti Vittorio Boiocchi e Andrea Beretta (il primo ucciso due anni fa, l’altro in carcere), teorizzava un progetto per fare affari anche con le prossime Olimpiadi invernali. “Io non mollo, sono peggio di un pitbull”, è la frase pronunciata in un vocale da Caminiti e finita nelle intercettazioni.


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