Milano-Cortina 2026, scontro tra procura e governo sul “Salva-Olimpiadi”
Sulle Olimpiadi Milano – Cortina si apre un nuovo braccio di ferro tra Magistratura e governo. Il motivo del contendere si legge nella richiesta di archiviazione che la Procura di Milano ha inviato al gip in merito all’inchiesta che riguarda la Fondazione Milano – Cortina, l’ente organizzatore delle Olimpiadi invernali presieduto da Giovanni Malagò. Nell’istanza inoltrata al giudice per le indagini preliminari Patrizia Nobile, infatti, i pm hanno sollevato la questione di incostituzionalità del decreto legge del governo Meloni intervenuto, nell’estate 2024, in merito alla natura della Fondazione, ribattezzato appunto “Salva-Olimpiadi”.
L’aggiunta Tiziana Siciliano e i pm Francesca Cajani e Alessandro Gobbis della Procura diretta da Marcello Viola, insomma, chiedono che si pronunci la Corte Costituzionale, in modo da chiarire una volta per tutte se la Fondazione abbia una natura giuridica pubblica o privata e mettere così fine alla contesa interpretativa che contrappone le valutazioni del Consiglio dei ministri a quelle della Procura di Milano, che ha dalla sua parte un parere dell’Anac, l’Autorità nazionale Anticorruzione. “Nel caso della Fondazione si è di fronte di una sopravvenienza normativa”, si legge nella richiesta di archiviazione di oltre 200 pagine relativa all’indagine per turbativa d’asta su presunte irregolarità negli appalti dei servizi digitali per i Giochi invernali del 2026, “che, oltre ad interferire indebitamente con altri poteri dello Stato (in primo luogo quello giudiziario), realizza, in nome dell’obiettivo (ad oggi invero non chiaro) che si prefigge di perseguire, un sacrificio sproporzionato di principi ed interessi di rango costituzionale ad esso equipollenti se non addirittura sovraordinati”, quali il principio di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione di cui all’articolo 97 comma 2 della Costituzione e “il rispetto delle funzioni costituzionalmente riservate al potere giudiziario”, di cui al combinato disposto degli articoli 101 e 102, 112 della Costituzione.
Per i magistrati, col decreto del Governo dello scorso giugno, poi convertito in legge e che ha qualificato la Fondazione Milano-Cortina 2026 come ente di diritto privato, c’è stata una “indebita ingerenza” con “ripercussioni dirette sull’attività investigativa” e sulle indagini, di fatto bloccate, della Procura di Milano sulle presunte irregolarità nella gestione dell’evento e, in particolare, su presunti appalti truccati in cambio di mazzette. Un’inchiesta, quella dei magistrati milanesi, che vede iscritti nel registro degli indagati sette persone e che riguarda due gare: la prima con assegnazione a Vetrya e la seconda del giugno 2023 (nota solo con la richiesta di archiviazione) alla Deloitte Consulting srl.
La Procura, chiedendo al gip di archiviare le posizioni dei sette indagati, sottolinea come quella “norma interpretativa” adottata dall’Esecutivo ha impedito “non solo un’attività di intercettazione telefonica, ritenuta necessaria anche dalla Guardia di Finanza” per acquisire ulteriori riscontri sulla seconda gara, ossia l’affidamento dei servizi digitali a Deloitte, ma anche “la possibilità di richiedere un sequestro preventivo delle somme di denaro che, allo stato, possono ritenersi profitto di reato di entrambi i reati di turbativa d’asta, con correlativo danno” per la Fondazione.
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