Attualità

Migranti, Giorgia e il laburista: intesa con Starmer

di Angelo Vitale -


Keir Starmer in Italia per la prima volta, il terzo confronto del nuovo premier britannico, dopo Washington e Londra, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che promette sarà “il primo di altri prossimi incontri”. “Siamo pilastri fondamentali della comunità transatlantica”, dice Meloni. Il laburista Starmer, incurante delle polemiche nate in patria nel suo stesso fronte politico per una visita che è il riconoscimento della destra italiana, è venuto a Roma interessato al “fare” dell’Italia sulla questione immigrazione. Attivato oltre il Mediterraneo negli stessi Paesi africani ove nascono le rotte dei traffici di esseri umani e dell’immigrazione clandestina, messo in atto oltre le nostre sponde dell’Adriatico, con quell’Albania guidata da Edi Rama, un socialista. La prova provata di quanto il “fare” possa distanziare di molto il “dire” della semplice e facile polemica politica e ideologica.

Il “governo dei flussi migratori, il contrasto all’immigrazione illegale di massa”, il confronto sull’operatività concreta messa in atto sui rimpatri volontari assistiti, quindi. Starmer e Meloni d’accordo su maggiore cooperazione, nel campo dell’intelligence e giudiziaria. Giorgia Meloni cita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: “Per colpire le organizzazioni criminali, direbbero Follow the money”. E serve, aggiunge, maggiore e migliore utilizzo di Interpol e Europol: l’Italia avanzerà la richiesta che strutture già esistenti e a disposizione come queste possano sviluppare sezioni specifiche per combattere le rotte del traffico dell’immigrazione illegale.

Per Starmer l’intesa con Meloni, cui riconosce una forte leadership a partire dalle necessità emerse dopo il conflitto russo-ucraino, è il battistrada di “una nuova era” dei rapporti del Regno Unito con l’Europa. Circa l’immigrazione clandestina, dice che può essere adottata la stessa determinazione già definita per combattere il terrorismo: “Si può fare”. Arrivi via mare ridotti del 60% dal 2022, confronto aperto con i Paesi africani per una cooperazione concreta che travalichi i modelli di intervento adottati nei decenni scorsi. Una svolta ampia e decisa per intervenire su un’emergenza fin qui impastoiata solo nel dibattito e nella polemica ideologica. Singolare che, superando l’appartenenza politica e lo stesso fatto che il Regno Unito sia fuori dell’Unione europea, a tracciarne il solco siano Meloni e Starmer.


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