Economia

Salta il tavolo: metalmeccanici pronti allo sciopero

di Giovanni Vasso -


Salta il tavolo per il rinnovo del contratto nazionale: i metalmeccanici proclamano lo sciopero, il blocco degli straordinari e lo stop alla flessibilità. Tra i sindacati e le parti datoriali è gelo. Coi primi che accusano i secondi di aver storpiato le proposte della loro piattaforma e questi che tacciono le parti sociali di non apprezzare gli sforzi “nonostante le gravissime difficoltà del nostro settore”. La distanza appare incolmabile. I lavoratori esigono aumenti salariali nell’ordine dei 280 euro, gli imprenditori sono pronti a riconoscergliene 173. Durissimo il commento del segretario Fim-Cisl Ferdinando Uliano: “L’unica novità è stata la cortesia di calcolare l’aumento salariale rispetto sulla proposta formulata in base ai dati Istat dei prossimi 4 anni, di 173 euro in quattro anni contro la nostra richiesta di 280 euro in tre anni”. Il sindacalista spiega perché la proposta è inaccettabile per le parti sociali: “Se paradossalmente  volessimo firmare l’accordo oggi, peggioreremmo in maniera sostanziale le condizioni salariali dei lavoratori metalmeccanici rispetto al contratto scaduto del 2021 e a quanto previsto dal patto della fabbrica, dimenticando che, grazie al recupero ex-post, l’inflazione colpisce subito i lavoratori mentre gli aumenti per il recupero inflattivo arrivano solo dopo 18 mesi nelle tasche dei lavoratori”. Una situazione che induce la Fiom a sentenziare: “Dopo otto incontri, si rompe il confronto sindacale dichiarando il blocco degli straordinari e delle flessibilità in tutte le aziende metalmeccaniche: abbiamo proclamato 8 ore di sciopero da effettuare nelle prossime settimane”. Per la Uilm-Uil: “Si è fatto un passo indietro buttando via il modello costruito fino a oggi e questo, per noi, è inaccettabile. Federmeccanica e Assistal non hanno ascoltato le nostre proposte anzi, al contrario, hanno presentato una contropiattaforma che prevede aumenti salariali fumosi e insufficienti e altre misure non adeguate per un rinnovo che deve essere di svolta per vincere le sfide epocali che abbiamo di fronte”, ha affermato il segretario Rocco Palombella. Insomma, la situazione è incandescente. Ma Federmeccanica non ci sta e ha difeso le sue ragioni in una nota: “La nostra proposta è la dimostrazione concreta che Federmeccanica vuole continuare il percorso del rinnovamento avviato e condiviso con il contratto nazionale del 2016. Alla nostra proposta che riconosce benefici aggiuntivi rispetto all`adeguamento all’inflazione, con strumenti e modalità che tengono conto della grave situazione del settore, il sindacato ha risposto con l’annuncio dell’apertura di una fase conflittuale, annunciando uno sciopero di 8 ore, oltre al blocco delle flessibilità”. Ma le posizioni, presto, dovranno tornare a incontrarsi. In ballo c’è il futuro di un milione e mezzo di lavoratori e di centinaia di aziende. E si riparte da capo: con lo sciopero dei metalmeccanici e una bozza di rinnovo di Ccnl da rifare.


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