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Meta sotto accusa: l’abbandono del fact-checking di terze parti e la moderazione più leggera scatenano polemiche

di Gianluca Pascutti -


Meta, la società madre di Facebook, Instagram e Threads, ha deciso recentemente di abbandonare il fact-checking di terze parti e allentare la moderazione dei contenuti ha provocato un acceso dibattito pubblico. La scelta, motivata da ragioni che Meta attribuisce alla volontà di promuovere la libertà di espressione, ha sollevato una marea di critiche e preoccupazioni da parte di esperti, legislatori e utenti stessi.

La fine del fact-checking di terze parti

Meta aveva introdotto il programma di fact-checking nel 2016, in risposta alle polemiche legate alla diffusione di fake news durante le elezioni presidenziali statunitensi. Il programma, che si basava su collaborazioni con organizzazioni indipendenti e accreditate, era stato elogiato come un tentativo concreto di arginare la disinformazione sulle sue piattaforme. Tuttavia, l’abbandono di questo approccio lascia ora un vuoto significativo.

In un comunicato, Meta ha dichiarato che “le persone dovrebbero poter decidere da sole quali contenuti ritenere affidabili”, sottolineando che l’algoritmo continuerà a penalizzare i contenuti palesemente falsi. Ma senza un controllo attivo e indipendente, molti temono che le piattaforme diventino terreno fertile per teorie del complotto, propaganda politica e contenuti divisivi.

Moderazione dei contenuti ridotta

Oltre alla fine del fact-checking, Meta ha annunciato un alleggerimento delle sue politiche di moderazione. Alcuni contenuti precedentemente rimossi per violazioni minori delle linee guida saranno ora tollerati, con l’azienda che preferisce etichettarli piuttosto che eliminarli. Questa mossa, secondo Meta, serve a favorire un “dibattito aperto”.

Tuttavia, per molti, questa scelta rischia di compromettere la sicurezza degli utenti, in particolare dei più vulnerabili. Organizzazioni per i diritti digitali e gruppi di tutela hanno avvertito che una moderazione meno stringente potrebbe portare a un aumento di discorsi d’odio, molestie e disinformazione.

L’ondata di critiche e le conseguenze

La reazione è stata immediata: giornalisti, politici e attivisti hanno espresso preoccupazioni sulle implicazioni a lungo termine di queste politiche. Inoltre, un numero crescente di utenti ha iniziato a considerare l’abbandono delle piattaforme del gruppo Meta. Sui social media si moltiplicano post e hashtag come #DeleteFacebook e #MetaAbandonment, mentre alcuni utenti stanno migrando verso alternative percepite come più sicure, come Mastodon o BlueSky.

Secondo gli esperti, la scelta di Meta potrebbe rivelarsi un boomerang. Mentre cerca di mantenere il suo dominio globale, rischia di perdere la fiducia degli utenti e di attirare una maggiore attenzione da parte dei regolatori governativi, soprattutto in Europa, dove il Digital Services Act (DSA) impone regole più severe sulla responsabilità delle piattaforme. L’interesse per le ricerche su come abbandonare le piattaforme di Meta è esploso nelle ore successive all’annuncio di Meta di abbandonare il fact-checking di terze parti. Termini come “come cancellare definitivamente Facebook e Instagram” hanno raggiunto il punteggio massimo di 100 su Google Trends, il livello più alto possibile.


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