Cultura & Spettacolo

Messico, storia e magia: I ricordi dell’avvenire

di Eleonora Ciaffoloni -


Inaspettato, come il suo narratore: parliamo de I ricordi dell’avvenire, libro di Elena Garro pubblicato per la prima volta nel 1963, ma arrivato solo quest’anno nelle librerie italiane grazie alla casa editrice SUR con la traduzione di Francesca Lazzarato e l’illuminante prefazione di Guadalupe Nettel. Inaspettato, appunto, perché questo romanzo entra direttamente nei grandi classici e c’è da chiedersi perché questo capolavoro sia rimasto così tanto nell’ombra. Una storia travagliata, di certo, come quella che leggiamo tra le sue pagine, e soprattutto una storia che al principio lascia straniti. Perché a raccontarci cosa avviene nella terra caliente del Messico è Ixtepec, il paese immaginario che fa da narratore e da testimone delle vicende che si intrecciano tra le sue strade. Un luogo, a quell’epoca di paura e violenza, dovuta alle tensioni tra la popolazione le guardie del generale Francisco Rosas. Un uomo militare, tutto d’un pezzo, che però ha una debolezza: Julia Andrade, misterioso personaggio incarnato in donna silenziosa e seducente. Ma c’è un’altra donna che le fa da contraltare: Isabel Moncada, ragazza ribelle, che fugge dalle convenzioni sociali, in particolar modo quelle imposte alle donne.

Una dualità tra obbedienza e ribellione, prigionia e rivoluzione che accompagna il romanzo al dualismo di fondo portato dall’amore e dalla morte. Sarà l’arrivo di un forestiero a sconvolgere la vita dei protagonisti di questo romanzo e in particolare quello della famiglia Moncada, di cui fa parte sì la giovane Isabel, ma anche madre, fratelli e altri personaggi memorabili. Ed è proprio questo uno degli elementi che catturano il lettore: ogni creatura che gravita nel romanzo prende la propria importanza, non ci sono solo i protagonisti. Ogni personaggio, più o meno marginale, contribuisce alla polifonia del romanzo, incarnando sempre il dualismo di base del racconto. Ma c’è anche un altro elemento che non può rimanere scontato: nonostante l’opera non si riconosca nel cosiddetto “Realismo magico”, il romanzo sicuramente lo anticipa. E lo si nota dal favoloso e magico ritratto che Elena Garro fa del suo Paese, il Messico, alle prese con gli eventi del secolo scorso. L’autrice mette nero su bianco una narrazione sì storica, ma anche simbolica, andando a toccare temi e sentimenti universali: amore, morte, paura, potere, ribellione. Non vogliamo fare paragoni, ma I ricordi dell’avvenire rientra sicuramente nella categoria del romanzo classico. Senza tempo.


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