Meloni benedice la Zes: “Strategica per lo sviluppo al Sud”
Secondo Giorgia Meloni il Sud deve crescere e, per farlo, occorre puntare sulla Zes che rappresenta una parte della strategia del governo per il Mezzogiorno senza, però, esaurirla. La posizione della premier è importante e arriva a distanza di qualche giorno dalla grande polemica scatenata dalla posizione assunta dall’Agenzia delle Entrate sul tema della Zona economica speciale per il Sud che è stata, peraltro, duramente contestata dal ministro Raffaele Fitto. Meloni ha affermato che “la Zes unica fa parte di una strategia più ampia, portata avanti dal governo per rilanciare lo sviluppo del Sud e della Nazione nel complesso e disegnare un percorso di crescita di lungo periodo”. E quindi ha aggiunto: “In questi mesi abbiamo adottato altre due importanti riforme che ci hanno consentito di raggiungere progressi significativi nell’impiego dei fondi europei della coesione e del Pnrr”. La presidente del consiglio ha spiegato: “La prima riforma è quella con la quale abbiamo perfezionato la revisione del Pnrr, che ha aggiornato il Piano al nuovo e mutato contesto internazionale e sui cui siamo considerati la Nazione più efficace, introducendo un pacchetto essenziale di norme per accelerare l’attuazione del Pnrr, e il raggiungimento dei suoi obiettivi, che sono obiettivi di modernizzazione del Paese e del suo tessuto produttivo. La seconda è la riforma delle politiche di coesione che fa parte di un’azione più ampia per ridurre i divari territoriali e costruire un’Italia più forte e competitiva, a partire dal Sud”. Ma non è tutto. Perché Meloni ha sottolineato: “I dati Svimez ci dicono che nel 2023 il Sud è cresciuto in termini di Pil di circa mezzo punto in più rispetto alla media nazionale, cosa che non accadeva dal 2015. I nuovi occupati sono cresciuti del 2,6%, a fronte di un tasso medio pari all’1,8%, e gli investimenti in opere pubbliche ed in infrastrutture strategiche sono passati da 8,7 miliardi nel 2022 a 13 miliardi nel 2023, con un incremento superiore al 50%”. Numeri che lasciano ben sperare il governo nell’avvio di un “pacchetto di misure che contribuiranno a consolidare e rafforzare l’ economia del Mezzogiorno”.
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