Politica

Meloni, Tarchi: “Brava in comunicazione, ma sui migranti i video non bastano”

di Edoardo Sirignano -


“Meloni si dà da fare, ma il compito è duro. Punta molto sulla comunicazione per dare l’idea di governare la situazione, e per adesso questo può bastare a tenerla a galla, ma se alcuni problemi che aveva promesso di risolvere – in primo luogo l’immigrazione – continueranno ad aggravarsi, le parole e i video non basteranno più”. A dirlo il politologo Marco Tarchi.

Le elezioni europee si avvicinano. Meloni si candida a diventare la nuova Merkel?

Ne dubito fortemente, perché non ha alle spalle il Ppe ma un gruppo minoritario, le cui ambizioni di creare una nuova maggioranza al parlamento di Strasburgo sono legate al peso della componente populista di Le Pen e Salvini, che peraltro i democristiani vedono come il fumo negli occhi. E già il loro leader Manfred Weber ha parlato di ricostituzione dell’asse con socialisti e liberali.

Per fare ciò, però, bisogna abbandonare la destra. Così Giorgia non tradisce chi l’ha votata?

Infatti, non credo che ciò avverrà, per le ragioni che ho appena ricordato. Meloni deve rimanere in equilibrio fra moderati, conservatori e populisti, se vuole conservare quel 30% di cui i sondaggi accreditano il suo partito. Il suo vero vantaggio, però, è il Pd in mano a Schlein, che può indurre anche gli elettori che non sono entusiasti delle sue attuali posizioni a votare FdI turandosi il naso.

Vannacci e Alemanno hanno la forza per dar vita a un nuovo movimento?

Nelle attuali condizioni, no. E non è affatto detto che siano destinati a convergere sullo stesso percorso. Il clamore suscitato dal successo del libro di Vannacci – che è un vero e proprio manifesto populista – e l’evidente condivisione delle sue opinioni da parte di un ampio pubblico popolare offre al generale carte più appetibili da giocare. Magari non immediatamente.

Che idea si è fatto rispetto alla Meloni premier?

Si dà da fare, ma il compito è duro. Punta molto, come sempre, sulla comunicazione per dare l’idea di governare la situazione, e per adesso questo può bastare a tenerla a galla, ma se alcuni problemi che aveva promesso di risolvere – in primo luogo l’immigrazione – continueranno ad aggravarsi, le parole e i video non basteranno più.

La Lega, intanto, potrebbe staccare la spina a Fratelli d’Italia. Che autunno dobbiamo aspettarci?

È una previsione azzardata ed esagerata. Di suicidi, Salvini ne ha già commesso uno con l’uscita dal governo gialloverde. Se ci ricascasse, irriterebbe gran parte dei suoi residui elettori e sarebbe la sua fine. Mi pare, comunque, che questa volta non stia affatto pensando a tagliare il ramo su cui sta seduto: ha tutto l’interesse ad apparire come il garante della stabilità dell’esecutivo. Certo, in vista delle europee ogni partito cercherà di mettersi in mostra rivendicando maggior peso decisionale, ma di veri strappi non ne vedo all’orizzonte.

L’elettorato di Silvio Berlusconi andrà a Matteo Renzi?

Non ne vedo le premesse. L’immagine di Renzi è molto deteriorata e l’eventuale eredità di Forza Italia si spartirebbe su più soggetti, a partire da Fratelli d’Italia. Lo spazio dei centristi, in questa fase, è piuttosto limitato.

Il giglio è davvero la quarta gamba del governo oppure ci sarà una discutibile alleanza tra Movimento 5 Stelle e meloniani?

Che Renzi intenda fare un gioco di sponda fra governo e opposizione è un’ipotesi probabile, ma non gli converrebbe apparire troppo sbilanciato a favore dell’esecutivo. Un’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia, invece, mi pare fuori da qualunque scenario realistico, soprattutto dopo la cancellazione del reddito di cittadinanza, vissuta da Conte e dai suoi come uno spregio. La fantapolitica può essere divertente, ma ha i suoi limiti.


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