Attualità

Meloni sulla Dongfeng. Le voci su una fabbrica da 100mila vetture in Italia

di Angelo Vitale -


La premier Giorgia Meloni ha lasciato l’hotel Regent di Pechino a bordo di una Dongfeng, per raggiungere il volo che la condurrà a Shanghai, seconda tappa della sua missione in Cina. L’imponente vettura nera, con bandierine cinesi in bella vista, é molto diffusa nel Paese del Dragone e nota per essere nata nel 1969 per volontà di Mao Zedong come ‘fabbrica numero Due’ a Wuhan, nella provincia dello Hubei.

Della Dongfeng, che si traduce in un suggestivo ‘vento dell’est’, si parla da un po’ anche in Italia, perché circola con forza l’ipotesi di una fabbrica da 100mila veicoli all’anno nel nostro Paese.

Voci per la verità altalenanti, confermate pure dal ministro Urso ma poi smentite dalla casa madre. Erano nate con un’intervista rilasciata nella primavera scorsa all’agenzia Bloomberg dal responsabile delle attività europee del costruttore di Wuhan, Qian Xie, che parlava chiaramente di trattative in corso con il governo Meloni.  

Di seguito, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione di un convegno della Confcommercio, confermava nettamente l’esistenza di trattative con la Dongfeng, precisando che l’azienda non fosse la sola tra quelle asiatiche in contatto con il governo.

Certezze che venivano stoppate, successivamente, dall’azienda dopo le opportune “verifiche interne”. L’ipotesi di un impianto in Italia veniva addirittura bollata come un’informazione falsa: “la Dongfeng non ha alcun progetto industriale per l’Italia”. Parole che, però, possono anche essere lette nel tradizionale riserbo cinese sulle iniziative imprenditoriali.


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