Giorgia Meloni scaccia la crisi di maggioranza e su Stellantis: “Sindacato italiano afono”
Giorgia Meloni non ritiene che si possa parlare di crisi in maggioranza e, anzi, derubrica a poco più di “un inciampo” le tensioni degli ultimi giorni: “Il governo non cadrà”. E su Stellantis promette battaglia senza lesinare stoccate ai sindacati italiani. Ieri sera la premier è stata intervistata a Quarta Repubblica, su Rete 4. Il primo passaggio interessante è legato alle interlocuzioni, forse un po’ troppo vivaci, intercorse nella coalizione in questi giorni tra i suoi due vice Antonio Tajani e Matteo Salvini. A proposito della tenuta della maggioranza, dunque, Meloni è netta: “Il governo non cadrà: qualche inciampo ogni tanto c’è ma è fisiologico”. Si va avanti, anche perché temi caldi e dossier aperti non mancano. A cominciare dal caso Stellantis. Le dimissioni dell’ad Tavares segnano un cambio di rotta strategico da parte di Elkann e del gruppo dell’automotive. Tutto lascia intendere che dal muro contro muro portato avanti dal manager lusitano si passerà a un’interlocuzione più fitta e collaborativa tra le parti. “Ho parlato con Elkann che mi ha comunicato l’uscita di Tavares, ci parliamo da due anni. Io non entro ovviamente nel merito delle scelte di una grande multinazionale”, ha spiegato Meloni. Che ha preso la balla al balzo per schiacciare nella metà campo di Landini e soci: “Credo che quanto avvenuto sia anche figlio, di alcune battaglie sindacali molto forti che sono state fatte, particolarmente dai sindacati francesi e americani, perché quello italiano su questo, diciamo, rispetto a questi urli, era un po’ afono”. La premier apre al nuovo corso: “Vedremo adesso che cosa accadrà. La trattativa con il governo è sempre anche qui una trattativa neutrale, vale per Stellantis, vale per tutte le aziende. Noi vogliamo fare del nostro meglio per difendere i livelli occupazionali e per l’indotto che è fondamentale. E quindi abbiamo un altro tavolo convocato a metà dicembre e speriamo che possa essere quello risolutivo”. Infine un passaggio sulle condizioni di un settore che languisce ma su cui Meloni promette impegno: “Al netto di questo, ci sono una serie di partite che vanno affrontate a un altro livello, sull’Automotive, per esempio in Europa, dove l’Italia è alla testa di un gruppo di paesi, ormai arrivato a 15 paesi, per rivedere le regole sulla fine del motore endotermico, che sarebbe un’altra mazzata tremenda sull’industria dell’Automotive, mi pare che le cose stiano andando abbastanza bene, sono ottimista che anche qui si possa svoltare”.
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