Cultura & Spettacolo

Mediterraneo come ossessione nella cucina di Marco Ambrosino

di Nicola Santini -


Il Miglior Chef dell’anno secondo la Guida ai Ristoranti d’Italia, Europa e Mondo di Identità Golose si chiama Marco Ambrosino, chef del ristorante Sustànza di Napoli. Un meritato riconoscimento, che arriva a coronamento del grande lavoro di ricerca e di approfondimento culturale che lo chef di Procida porta avanti, da ormai un anno e mezzo, all’interno della Galleria Principe di Napoli. La motivazione è condivisibile. Basta metter piede nella sua cucina e vederlo lavorare. “Lo premiamo per l’identità molto forte che esprime in ogni dettaglio, soprattutto nel menu. Un viaggio appassionato nelle tradizioni del Mediterraneo, fuori da ogni stereotipo”. Sono queste le caratteristiche che hanno spinto lo staff di Identità Golose ad assegnare il premio allo chef. Secondo l’ideatore e curatore di Identità Golose Paolo Marchi, da Sustànza lo chef ha raggiunto la sua completa maturità, grazie a un ambiente capace di fargli esprimere tutte le sue potenzialità.

“È un traguardo straordinario che premia il nostro lavoro, non solo da Sustànza, ma in tutto il progetto di ScottoJonno”, lo spazio che ospita il ristorante. “Un ringraziamento speciale va a Identità Golose, alla proprietà, nella persona di Luca Iannuzzi, per credere e assecondare i miei progetti, e a tutta la brigata di sala e di cucina per l’esperienza che ogni giorno costruiamo insieme” racconta orgoglioso Marco Ambrosino. “Non voglio, però, essere io l’unico protagonista. Dietro a ogni piatto c’è una storia, uno spunto culturale, che coincide spesso con quelli dei progetti nei quali sono coinvolto in prima persona, come il Collettivo Mediterraneo. Occasioni come queste sono centrali per porre certe tematiche sotto i riflettori”.

“Un risultato importantissimo che ci fa credere ancora di più in quello che abbiamo costruito in questi anni con Marco Ambrosino. Sono orgoglioso della nostra squadra e non potrebbe essere diversamente in un giorno così speciale” -aggiunge il proprietario, Luca Iannuzzi.
Come si legge nella scheda della guida “Marco Ambrosino è uno degli chef più etici d’Italia. E non parliamo solo di sostenibilità ambientali, ma di un rapporto politico con la materia del cucinare, che lui intende in senso complessivo. Quella per il Mediterraneo è per lo chef una sorta di ossessione, e lo vive come bacino di incontro di culture differenti che lui vuole far dialogare, dalla sua Procida al Marocco, per creare future memorie prescindendo dalle origini, che per lui hanno più a che fare con l’anima che con il certificato di nascita”. Grazie al supporto e al confronto con la moglie architetto Simona Castagliuolo, nel 2019 Marco fonda Collettivo Mediterraneo, un progetto proprio di inclusione sociale e culturale, attraverso storie di multiculturalità”. Un sacco di buone ragioni per scoprirlo e contestualizzare questa ricerca in una città in costante rilancio.


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