Hot parade
Sale: Max Allegri. Dopo essersi stracciato le vesti, anzi la camicia, chiamando Rocchi a perdifiato (ricordate, la finale di Coppa Italia?) Max Allegri, dismesso dalla Juve, s’è riscoperto bonzo e s’è seduto sulla riva del fiume Cortomuso. E da lì ha già visto passare il cadavere del bel gioco di Thiago Motta che non c’è, i resti delle polemiche di Lele Adani che non incanta più nessuno, le spoglie delle paturnie di Bonucci svelate in mondovisione su Amazon Prime. Sotto a chi tocca!
Stabile: Robert Kennedy. Ai Kennedy non si addice il mainstream. Settantacinque premi Nobel hanno firmato la letterona per convincere Donaldone a non farne il nuovo “ministro alla Salute” degli Usa. Hanno a cuore la gestione della sanità in un Paese in cui se non sganci non hai diritto manco a un bicchiere di acqua e zucchero, il rimedio a ogni male (ma questa è un’altra storia). Epperò tale sistema va protetto e le teste d’uovo firmano, firmano, firmano. Non sia mai che, come ha sempre detto, inizi a tagliare come un forsennato finanziamenti a ricerche, progetti, Big Pharma, annessi e connessi.
Scende: Massimo Gramellini. Il bacio dell’Ai tra Giorgia e Elon non gli piace. Tutti ci si son fatti una risata sopra, lui invece ne ha ricavato l’ennesima pensosa articolessina da prima pagina. Dice anzi scrive, l’impegnata penna del Corsera, che qualcuno ci ha creduto (chi? presentatemelo, gli pago un sacchetto di sale da Wanna Marchi!) e che c’è il rischio fake che gli italiani fragili possono subire da notizie false e tendenziose. Tipo quelle del mainstream che adesso incensa i jihadisti “moderati” (che è un ossimoro ma, comunque, funziona perché fa riderissimo) in Siria?
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