Editoriale

Mattarella tra Autonomia e Ue

Chissà cosa pensano – anche se magari non lo dicono – a sinistra del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nello stesso giorno che ha difeso le ragioni del governo Meloni nella corsa ai top jobs Ue ha firmato la legge sull’Autonomia differenziata. Ieri il capo dello Stato ha incontrato la premier Giorgia Meloni e una nutrita rappresentanza dell’esecutivo in vista del Consiglio europeo di oggi e domani a Bruxelles. In Europa “non si può prescindere dall’Italia”, ha dichiarato Mattarella pur precisando che non è compito suo entrare nelle dinamiche politiche dell’Ue di questi giorni. Le parole del Presidente arrivano mentre a sinistra c’è chi esulta perché la Meloni sarebbe stata messa nell’angolo dagli esponenti della maggioranza Ursula, che intendono replicare lo schema Ppe-Socialisti-Liberali spartendosi le principali cariche Ue e confermando la von der Leyen alla presidenza della Commissione. I giornali schierati contro il governo titolavano: “Meloni l’esclusa si scaglia contro l’Ue”, mentre le opposizioni sindacavano sul fatto che la premier non parlasse a nome dell’Italia ma come leader dell’Ecr, il gruppo dei Conservatori all’Europarlamento. Il solito Renzi poi ha voluto specificare che sulle nomine non è stata esclusa l’Italia ma la Meloni. Insomma, le parole di Mattarella hanno zittito tutti: l’Italia rappresentata dal governo Meloni deve avere voce in capitolo a Bruxelles. Ma il colpo di grazia per le opposizioni è arrivato sul fronte dell’Autonomia: il Presidente ha promulgato la legge: non è stata ravvisata alcuna manifesta incostituzionalità. E tutti gli appelli al Colle di non firmare e tutte quelle idee di raccogliere le firme per un referendum? Mannaggetta, non se ne farà niente. Scommettiamo? A proposito di scommesse – vedi lo scandalo in Uk sulla data delle elezioni – ci giochiamo tutto sul fatto che qualsiasi incarico Ue dovesse ottenere la Meloni, per le opposizioni sarà comunque una sconfitta.