Economia

Mattarella boccia i dazi: “Prevalga il buonsenso”

di Giovanni Vasso -

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di inaugurazione del Villaggio “Agricoltura è” nell’anniversario della firma dei Trattati di Roma a Roma, 24 marzo 2025. ANSA/ UFFICIO STAMPA QUIRINALE/ FRANCESCO AMMENDOLA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++


Mentre il commissario Ue al Commercio vola negli States, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alza la voce e sui dazi invita l’Europa a tenere aperti i mercati per garantire che il mondo resti in pace. Il Capo dello Stato, ieri, ha presieduto all’inaugurazione del villaggio “Agricoltura è” a Roma dove è stato “interrogato” dagli studenti in occasione dell’anniversario dei trattati fondativi della stessa Unione europea. Le parole di Mattarella sono state chiare, nette e inequivocabili: “Quando si parla di guerre commerciali bisogna mettere l’accento sul termine guerra perché queste inducono contrapposizioni sempre più pericolose”. Ma il Presidente non ha abbandonato ogni speranza e, anzi, sa che occorre mantenersi calmi per evitare che la situazione possa sfuggire di mano: “Bisogna essere sereni, non alimentare un eccesso di preoccupazione perché l’Ue ha dimensioni e forza per interloquire in modo autorevole e con determinazione su questo”. Insomma, per Mattarella, l’Europa può e deve fare ciò che ci si attende da lei nel momento più delicato della storia recente dei rapporti tra Vecchio e Nuovo continente. “L’Europa è un soggetto forte e autorevole, sul piano economico la scelta è interloquire con autorevolezza e determinazione per l’apertura di mercati perché è garanzia di pace”, ha sottolineato il Capo dello Stato. Che ha spiegato: “I rapporti commerciali creano collaborazione e rapporti di fiducia tra i paesi e questa fiducia garantisce la pace. I mercati contrapposti mettono in pericolo fiducia e collaborazione, la nostra posizione è chiarissima: per la pace occorre avere mercati aperti”. C’è, poi, un altro problema, drammatico, legato ai dazi e Mattarella non lo nasconde, anzi lo denuncia: “I mercati aperti per noi corrispondono a due esigenze vitali: la prima è la pace, la seconda è il nostro interesse come paese esportatore. È bene ribadire che i dazi creano ostacoli ai mercati, alterano il mercato, penalizzano i prodotti di qualità e questo per noi è inaccettabile ma dovrebbe esserlo per tutti”. Parole, queste, che hanno riscosso il plauso di Coldiretti che ha ricordato come il fenomeno dell’italian sounding, ossia dei prodotti che fanno il verso a quelli italiani sui mercati stranieri penalizzando l’export del nostro Paese, valga ancora oggi qualcosa come 120 miliardi di euro, 40 dei quali solo negli Stati Uniti. E se i dazi dovessero, effettivamente, entrare in vigore e penalizzare l’esportazione italiana per la pirateria agroalimentare sarebbe una vera e propria pacchia. “Speriamo che prevalga il buon senso”, ha concluso Mattarella dopo aver ribadito che il dialogo commerciale, nel mondo, resta un canale di pace privilegiato nonostante le ovvie difficoltà: “Si è dato vita alla organizzazione mondiale del commercio per commerciare in maniera leale con regole certe, non sempre si è riuscito ma ha fatto migliorare molti paesi. Questo sistema è indispensabile, a volte viene violato, ma la risposta non sono i dazi ma regole da rispettare e migliorare”.

La posizione del Presidente Mattarella sui dazi ha riaperto il confronto politico sull’argomento ma, intanto, da Bruxelles è giunta la notizia della partenza del commissario Ue al commercio, Maros Sefcovic, alla volta degli States. Incontrerà, oggi, l’omologo americano Howard Lutnik. Un appuntamento che, apparentemente, si terrà sotto ottimi auspici. Già ieri, come hanno riportato l’agenzia Bloomberg e il Wall Street Journal, sarebbero emerse alcune indiscrezioni secondo cui la Casa Bianca starebbe pensando di escludere alcuni settori dall’applicazione dei dazi. In particolare, al centro delle esenzioni, ci sarebbero i comparti automotive e il settore farmaceutico. Due indizi son troppo pochi e non fanno una prova ma, almeno, sembrano lasciare una buona sensazione: macchine e medicine, difatti, rappresentano due tra le maggiori voci dell’export europeo negli Stati Uniti. Un terzo, per quanto labile, è giunto nel pomeriggio con le parole del vicepresidente Ue Raffaele Fitto che ha definito “un buon segnale” la partenza di Sefcovic aggiungendo che “la strada sia quella della composizione e del dialogo”. Alte speranze, dunque, di iniziare a gettare le basi per far rientrare, o quantomeno raffreddare, lo scontro tra le due sponde dell’Atlantico. Corroborate dall’apertura arrivata dal neopremier canadese Mark Carney che, dopo aver speso parole di fuoco su Trump, ha detto di essere “disponibile per un colloquio telefonico” pur ribadendo la volontà di parlare “alle nostre condizioni, come Paese sovrano, non come quello che lui finge che siamo (ossia il 51esimo stato degli Usa ndr) e in merito a un accordo globale.  

Non solo Mattarella, anche dal mondo sindacale si alzano appelli a Bruxelles affinché l’Ue affronti la questione dazi in maniera unitaria e compatta: “Nella guerra dei dazi, l’Europa non deve fare l’errore di presentarsi divisa – ha affermato il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri – . Deve presentarsi con una proposta compatta che sia in grado di tener conto del fatto che oggi le politiche globali sono cambiate, non c’è più la possibilità di trovare sconti per il singolo paese”. Per Bombardieri, infine, “l’Europa deve essere in grado di fare un salto di qualità. Più Europa per discutere e contrattare con gli altri paesi che sono in grado di condizionare le scelte soprattutto sui consumi”.


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