Editoriale

Marina Berlusconi dà lezioni bipartisan e svela il vuoto generale

di Dino Giarrusso -


Dopo aver letto l’intervista di Marina Berlusconi al Foglio sono tante le riflessioni possibili. Una è che molte delle cose ragionevoli che dice starebbero benissimo in bocca al leader di una coalizione di centrosinistra. Un’altra è che altre calzerebbero invece a pennello nel programma di un centrodestra moderato. La terza è che se già ai tempi del berlusconismo opposto all’antiberlusconismo c’era molta ipocrisia e molta finzione rispetto alla reale differenza fra destra e sinistra, oggi la fragilità dei due teorici poli contrapposti è mille volte maggiore che allora, e le differenze, tolta la vernice, sono pochissime. Marina Berlusconi mette a nudo non solo la difficoltà di orientarsi politicamente che un cittadino italiano oggi non può non avere, ma anche la pochezza complessiva della nostra offerta politica. Qualcuno si è indispettito, qualcuno la ha delegittimata chiedendo retoricamente a che titolo parli (forse ci si dimentica che – piaccia o meno – la famiglia Berlusconi controlla un impero editoriale di straordinaria rilevanza) giacché non amava il padre e tantomeno tollera l’esposizione della figlia.

Ma perché non guardare al contenuto, alla sorprendente lucidità di quasi tutto ciò che espone, alla sovrapponibilità di molti suoi auspici con le strade future che potrebbero prendere i due principali (unici?) schieramenti politici italiani? Quando dice che Trump non va demonizzato ma che alcune sue mosse sembrano atti di bullismo politico, e che l’Europa deve tutelare se stessa dal rischio di rimanere fuori da tutto, non dice una verità evidente e attuale? Non bacchetta ad un tempo – e in modo ragionevole – i tifosi acritici del POTUS e i lapidatori a priori? Quando parla di declino dell’occidente e dei rischi connessi, dove sbaglia? Quando dice che il negazionismo climatico è assurdo quanto e più dell’ambientalismo ideologico, cioè non legato a dati scientifici, come darle torto? E sui diritti ribadisce che non è questione di destra o sinistra, ma di civiltà, e spiega in due righe perché è favorevole ai matrimoni gay. È interessante a proposito constatare che il Presidente della Toscana Giani (PD) oggi sta scegliendo di fare un passo avanti sul fine vita, e il fumantino sindaco di Terni Bandecchi (leader di Alternativa Popolare), ha riconosciuto il figlio di due donne, senza temere censure di sorta dai palazzi di Giustizia: i diritti non hanno colore, come il buonsenso.
Qui non interessa vaticinare di un possibile ingresso in politica di MB, qui si registra la presenza di una voce evidentemente libera (non si appiattisce sulle posizioni del governo Meloni né lo attacca a testa bassa) e si valuta il peso politico del discorso in buonissima parte condivisibile dell’editore MB. La dietrologia sulle faide del centrodestra, il paradosso (parola utilizzata spesso) di una Forza Italia forte nei sondaggi e nelle elezioni ma fiaccata da liti interne, la sovrapponibilità di molti suoi ragionamenti con quelli di una parte del PD e persino del M5S, devono farci pensare. Forse questa intervista colpisce perché a parlare non è una voce schierata acriticamente, non è una tifosa e non è una politica: e proprio per questo parla di Politica. La politica in Italia è quasi scomparsa, le ideologie annacquatissime, i programmi sempre più simili, i principi derogabili, gli incendiari diventati pompieri. Ogni parola viene soppesata, inquadrata e catalogata (“parla così perché è di quel partito/corrente/sottocorrente”, “parla così perché il suo giornale sta con…”), ogni idea viene sterilizzata, ogni spigolo smussato, ogni battito d’ali tarpato. Silvio Berlusconi, era divisivo e forte come nessun altro nel suscitare odio o amore, adesione totale o rabbia e rifiuto, venerazione o insulto: così ha dominato la politica (e la società) italiana per venticinque anni. Dopo di lui solo i cinquestelle hanno suscitato entusiasmi forti e odio feroce, oggi estremamente ridottisi dopo la normalizzazione contiana. Con la scusa di dover inseguire il centro, sembrano scomparse le provocazioni e pure le idee. Con la sua metafora del pendolo, e l’esposizione del proprio semplice punto di vista su tanti argomenti di attualità politica, Marina Berlusconi al centro ci si piazza, e ricorda che il Re è nudo, i partiti tutti simili e similmente balbettanti, e il dibattito sempre più povero. Ora tocca ai partiti dimostrare invece d’aver proposte concrete ed esser migliore di chi, forse senza nemmeno volerlo, ha saputo bacchettarli con tale efficacia.


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