Mariastella Gelmini: “Viaggio di Meloni da Trump opportunità non minaccia”
di Mariastella Gelmini
Parola d’onore(vole) è la nuova rubrica de L’identità, che abbiamo fortemente voluto. Daremo tutti i giovedì uno spazio ad un esponente politico, ospitando tutti i partiti e lasciando piena libertà di argomento e forma. Ringraziamo Mariastella Gelmini che ha voluto essere la prima ospite di questo nuovo spazio del nostro quotidiano.
Siamo nel mezzo di una tempesta perfetta. La guerra scatenata nel cuore dell’Europa dalla Russia, la situazione in Medio Oriente, le minacce esplicite o implicite delle autocrazie alle nostre libertà e alle nostre democrazie, il nuovo corso dell’amministrazione statunitense, con il macigno dei dazi e il tema della difesa e del Patto Atlantico che si sommano alle altre crisi in corso. In uno scenario così complesso, oggi la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontra a Washington il Presidente americano, Donald Trump. Un viaggio che, a differenza di quello che provano a far credere a sinistra, rappresenta un’opportunità, non una minaccia. Meloni anche in questa occasione si è dimostrata una donna coraggiosa e lungimirante, avrebbe potuto lasciare la patata bollente alla Commissione europea e invece vola negli Usa per cercare di portare a casa un risultato nell’interesse dell’Italia e dell’Europa. La scelta improvvisa di Trump di sospendere per 90 giorni i dazi è figlia di una serie di situazioni: il crollo delle borse, il rischio di contagio legato al crollo di valore dei titoli di Stato, alle conseguenze sull’economia americana, alle tensioni anche interne al partito di Trump. Tutto questo ha dimostrato, però, che la decisione del governo italiano di non inseguire l’escalation come ha fatto per esempio la Cina o di rispondere ai dazi con altri dazi è stata una scelta giusta. Per difendere la nostra economia e le nostre imprese. Lasciatemi dire che, purtroppo, la ridda di attacchi al governo da parte della sinistra e del Movimento 5 Stelle, è totalmente strumentale. L’obiettivo delle forze di opposizione non è tirar fuori l’Italia da una situazione preoccupante, ma attaccare il governo, reo di una presunta debolezza nei confronti dell’amministrazione Trump solo perché ha sostenuto quello che sostengono larga parte degli economisti, la totalità delle categorie economiche, la gran parte dei Paesi europei. Ovvero che intraprendere una guerra commerciale è dannoso. E che rinsaldare l’asse con gli Stati uniti è ancora oggi per noi imprescindibile. La verità è che in Italia la sinistra gioca al tanto peggio, tanto meglio. Fanno il tifo per la catastrofe, perché pensano così di puntare il dito contro l’esecutivo e conseguire un dividendo politico. Sono tornati agli antichi amori: Trump è la scusa per rispolverare alcuni loro grandi classici: l’antiamericanismo e l’antiatlantismo. Trump ha riportato forse indietro le lancette della storia, ma con questo nuovo orologio la sinistra si trova benissimo! Il PD sta tornando indietro di mezzo secolo per poter cementare l’alleanza con i 5 Stelle che si sono appropriati, invece, della bandiera del pacifismo. Pacifismo e antiamericanismo: questa è la cifra dell’alleanza di sinistra.Di fronte a tutto questo, come moderati, europeisti e membri del Partito Popolare Europeo, non vogliamo essere spettatori passivi di questa nuova realtà. Abbiamo il dovere di dare, da un lato, il nostro contributo per difendere l’Europa, e dall’altro essere consapevoli che la difesa dell’Unione passa da un profondo cambiamento, pena il declino e la sua irrilevanza. E così sul tema del Green Deal serve una declinazione non ideologica, che non metta in ginocchio l’automotive e altre filiere; serve puntare alla competitività, a partire dalla messa a terra del Piano Draghi; e anche sul tema della difesa e della sicurezza europea, insieme a quello mai risolto della governance, servono scelte risolute e urgenti per rafforzare l’Europa e farla tornare nuovamente protagonista. Come diceva Monnet, “L’Europa sarà forgiata dalle crisi e dalla sua capacità di superarle e di trovare delle soluzioni”. Questo è il compito che abbiamo davanti. Il momento è ora.
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