Cultura & Spettacolo

Maria Grazia Cucinotta: “Ne Il meglio di te, ho dato il meglio di me anche a tavola”

di Nicola Santini -


Attrice internazionale, il cui straordinario talento è riconosciuto, apprezzato e celebrato in tutto il mondo. Maria Grazia Cucinotta è un’icona di fascino, classe ed eleganza con tempra siciliana e grinta da vendere. Di recente, a Marateale, kermesse cinematografica organizzata da Nicola Timpone, ha ritirato con il collega italoamericano Vincent Riotta e con il regista Fabrizio Maria Cortese un premio per “Il meglio di te”, un film incentrato sull’importanza del perdono e sulla forza e sull’autenticità dei legami sentimentali. E in attesa di tornare prossimamente a girare in Basilicata, in un nuovo film diretto da Cortese, la Cucinotta si racconta a L’identità.
Maria Grazia, hai presentato a Marateale un film che ti ha regalato delle grandi soddisfazioni: “Il meglio di te”. Com’è stato?
E’ stato sicuramente molto emozionante, visto che questo film è stato girato a Maratea, dove abbiamo girato le prime scene del film che, secondo me, sono state anche le più belle. Non potrò mai dimenticare quando ho visto un tramonto indimenticabile, che il regista è riuscito a “catturare” e adesso sono molto felice che sia a disposizione di chiunque deciderà di vedere il nostro film. Abbiamo anche girato a Potenza, dove ho avuto modo di riscoprire un territorio di una bellezza entusiasmante. Non vi nascondo, che al termine delle riprese, mi è dispiaciuto tantissimo andare via dalla Basilicata. Ma forse è stato anche un bene (sorride, ndr).
Come mai?
Perché girando per tutti questi borghi lucani, che sono davvero tantissimi, ho scoperto che ognuno di loro aveva una specialità gastronomica differente e irresistibile. E per questo, verso la fine delle riprese, ho notato che non riuscivo più ad entrare negli abiti di scena (ride, ndr). E lo stesso problema lo ha avuto anche il mio collega, l’attore Vincent Riotta, che ne “Il meglio di te” interpretava il ruolo di un uomo gravemente malato…
Tra poche settimane, al Festival del Cinema di Venezia, sarà celebrato il trentennale di una delle pellicole che ha fatto la storia del cinema internazionale: Il Postino. Impossibile non chiederti un ricordo di Massimo Troisi…
E’ stato il film da cui è partito tutto. Sarò eternamente grata a Massimo Troisi per quella bellissima opportunità che mi ha regalato trent’anni fa. Massimo, oltre che uno straordinario professionista, era un uomo dal cuore d’oro e non è un caso se nessuno di noi lo abbia mai dimenticato. Me ne rendo conto quando, ogni giorno, la gente mi ferma per strada per chiedermi di lui e questo mio fa enormemente piacere, perché fa sì che non passi un solo giorno in cui non sia nei miei pensieri. Massimo, per me, è come se non se ne fosse mai andato e questo vale per tanta, tantissima, gente. E questo credo dipenda dal carisma dei grandi come lui.
Da diversi anni presti la tua immagine a sostegno della Komen Italia, che si occupa di diffondere sempre di più l’importanza della prevenzione del tumore al seno. Come ti sei avvicinata a questa realtà?
Credo sia un dovere di ciascuno di noi impegnarsi a sensibilizzare gli altri all’importanza della prevenzione. Nel mio caso, proprio la prevenzione ha permesso a mia madre di guarire. Se tutte ci impegnassimo a dedicare una sola ora all’anno a noi stesse, grazie alla diagnosi precoce, sarebbe molto più semplice sconfiggere questo brutto male.


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