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Margherita Agnellli accusa: nascosti 1,6 miliardiesteri dell’Avvocato

di Ivano Tolettini -


Dopo anni di battaglie legali in Svizzera ed Italia nella successione dell’Avvocato Agnelli, spirato il 24 gennaio di 22 anni fa, adesso tutto è in apparenza più chiaro. A Margherita Agnelli nel 2004 sarebbero stati nascosti 900 milioni di dollari dell’eredità paterna al sicuro nella società Bundeena nelle Isole Vergini, che ogni anno producevano 30 milioni di reddito, e altri “molteplici e differenti beni detenuti all’estero per complessivi 743 milioni di euro”. Il totale fa 1,634 miliardi di euro, cui vanno aggiunti complessivamente centinaia di milioni di redditi in paradisi fiscali. La madre Margherita ha fatto causa ai tre figli John (presidente di Stellantis), Lapo e Ginevra, che controllano la società semplice Dicembre, che ha in pancia lo straordinario tesoro miliardario oltre che di Stellantis di Agnelli BV, Exor, Ferrari, Cnh, Philips, Gedi, The Economist, Juventus FC e altre ingenti partecipazioni, davanti al tribunale di Torino per invalidare il testamento della madre Marella, morta il 23 febbraio 2019, firmato il 12 agosto 2011 e le successive aggiunte del 14 agosto 2012 e del 22 agosto 2014, con l’obiettivo anche di far annullare l’accordo transattivo del 18 febbraio 2004 da lei sottoscritto con la madre, in base al quale rinunciava alla successione del padre Gianni e all’eredità materna in cambio di 1,3 miliardi di euro, quando in anni più recenti ha scoperto l’entità effettiva dell’eredità della madre comprensiva dei beni dell’Avvocato che le sarebbero stati nascosti al momento di sottoscrivere il patto tombale del 2004. Si tratta di 1,634 miliardi di euro produttivi di almeno 30 milioni di redditi annui, di cui i Pubblici ministeri fanno menzione negli atti che fanno parte del procedimento penale avviato contro i tre fratelli Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero (presidente della Juventus) e il notaio svizzero Robert von Grunigen che “in concorso con la defunta Marella Caracciolo avrebbero contribuito alla fittizia esterovestizione della dimora abituale della de cuius in Svizzera, anziché in Italia, al fine di impedire l’assoggettamento dell’imposizione fiscale nazionale della rendita vitalizia percepita per complessivi 8,1 milioni di euro”. Pochi giorni fa la trasmissione report di Rai3 ha affermato che 80 milioni di euro è il prezzo con cui il 19 maggio 2004 Marella Caracciolo ha venduto ai nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann le sue quote della Dicembre, la cassaforte dell’impero. Ma secondo i legali di Margherita mancherebbe l’originale dell’atto di compravendita, e il conto della Gabriel Fiduciaria da cui sarebbe partito il pagamento sarebbe stato chiuso due giorni prima, il 17 maggio, come mostrerebbe il documento inedito di cui Report è in possesso. Quale potrà essere il peso della carta in questione nel processo civile che oppone gli Elkann alla madre Margherita è tutto da valutare, certo è che non è escluso che nel momento in cui le parti sono arrivate al culmine dello scontro, potrebbero tornare a parlarsi per rinnovare l’accordo transattivo del 2004. I pontieri sono già all’opera. Del resto, gli avvocati di Margherita nei giorni scorsi hanno sottolineato che “ sino ad oggi non è stato rinvenuto alcun originale delle tre scritture del 19 maggio 2004, ma solo varie fotocopie e tutte differenti tra loro. Inoltre non è affatto vero – come i legali di controparte hanno dichiarato- che vi sia stato alcun organo giurisdizionale che si sia mai pronunciato nel merito delle validità delle tre scritture del 19 maggio 2004 di trasferimento delle partecipazioni della Dicembre. Sarà eventualmente il Tribunale di Torino sia in sede civile sia in sede penale a pronunciarsi per la prima volta su tale materia”. Sul punto i legali degli Elkann puntualizzano che “gli atti del 19 maggio 2004 mostrati da Report sono stati validamente sottoscritti con autentica notarile. Quindi sono validi. John, Lapo e Ginevra sono i legittimi titolari delle loro quote della Dicembre e l’attuale assetto non può essere messo in discussione in alcun modo”. Gli stessi professionisti osservano che “affermazioni scandalistiche, avventate e strumentali a interessi che finora sono sempre stati soccombenti in sede giurisdizionale, sulla catena di controllo di un gruppo di società quotate in Italia e all’estero” sono da “stigmatizzare” perché alterano in qualche modo la gestione. E di recente John Elkann in una intervista al settimanale francese Le Point ha rivelato di avere cercato di fare la pace con la madre dopo la morte di Marella ma è stato inutile. I nuovi passaggi giudiziari potrebbero rendere possibile ciò che prima non lo era.


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