Marcucci: “Franceschini? Nel Pd succede qualcosa… E Gentiloni sa come allargare il campo”
ANDREA MARCUCCI FONDAZIONE EINAUDI
“Se il Pd non superasse il 20%, non vorrei essere nei panni di Schlein. Per quanto riguarda il dialogo con noi, l’area liberaldemocratica sarebbe ben lieta di avviarlo con un partito che abbandona le spinte radicali e ritrova la sua anima riformista. I maggiorenti dem ,intanto, stanno costruendo una sorta di cintura di sicurezza attorno al Nazareno, anche per gestire un’eventuale transizione”. A dirlo Andrea Marcucci, presidente dei Liberali Democratici Europei ed ex capogruppo del Pd al Senato.
Cosa ne pensa del partito guidato da Elly?
Il Pd di oggi non è più il Pd, è un’altra cosa, molto più simile a Sel.
Come vede un ritorno di Gentiloni al Nazareno?
Le cose interne del Pd non sono di mia pertinenza, facciano loro. Di Paolo Gentiloni, che conosco da una vita, fin dai tempi di Rutelli e della Margherita, penso molto bene. È stato un ottimo presidente del Consiglio e si sta muovendo con efficacia anche come commissario europeo.
Il piano b potrebbe essere Dario Nardella. Ha la possibilità di ripetere l’impresa riuscita a Renzi?
Mi sembra che Schlein non ascolti molti consigli. Mi ha stupito la presa di posizione sulle spese militari, un affronto alla storia del Pd, alla sua credibilità internazionale. Vale come lezione, per tutti quelli che pensano ancora di imbrigliarla.
Non ha mai chiuso del tutto con gli amici di Base Riformista. Qualche giorno fa Guerini ha manifestato il suo disagio. Non sarebbe ora di cambiare aria?
I rapporti personali, naturalmente, non si mettono in discussione con la politica. Per quanto riguarda Guerini, mi dispiace che il suo partito lo metta così in difficoltà, non lo merita. Vedremo dopo le europee, quanto riusciranno a reggere i riformisti dem.
Anche Serracchiani comincia ad avere i primi mal di pancia. Sta succedendo qualcosa nella maggioranza Schlein? Addirittura Franceschini e Boccia convocano una riunione segreta…
È evidente a tutti, quindi anche a loro, quanto il Pd sia in difficoltà. Hanno puntato tutto sulla relazione speciale con Conte, ed il leader 5 stelle che fa? Manda tutto all’aria, utilizzando tra l’altro tutte quelle distanze sulle idee che molti di noi hanno fin dall’inizio provato a evidenziare. È comunque chiaro che i maggiorenti del Pd stiano costruendo una sorta di cintura di sicurezza attorno al Nazareno, anche per gestire una eventuale transizione. Auguri. La ritrovata mobilità di Franceschini vuol dire che qualcosa si sta preparando.
Anche sui temi sembra esserci più di qualche divergenza. Lo spot dell’Esselunga, ad esempio, ha spaccato il centrosinistra. Non è esagerato alzare un polverone su una semplice pubblicità?
Il punto è che Elly rigetti tutto quello che è stato fatto prima del suo arrivo. Pratica che sembra essere tra l’altro l’unica vera attività promossa dalla sua segreteria. Dal termovalizzatore al jobsact, mi creda non è più il Pd. La linea politica è ormai in capo a Maurizio Landini. A me comunque lo spot Esselunga è sembrato efficace, per quello che è: uno spot pubblicitario.
Si avvicinano le europee. Sarà candidato?
Assolutamente no. Aggiungo che in Toscana abbiamo un eurodeputato, Nicola Danti, che oltre a essere persona con cui collaboro da tantissimi anni, si è anche mosso molto bene a Bruxelles. Spero si ricandidi.
Liberali e democratici è un piccolo gruppo. Non teme di portare l’acqua a qualcuno o di essere l’ennesimo satellite di Italia Viva?
Domani, venerdì 29, ci incontreremo a Lucca per fare il punto, insieme ai fondatori Oscar Giannino ed Alessandro De Nicola e lo stesso Nicola Danti, che è anche il coordinatore toscano di Italia Viva, nonché vicepresidente di Renew Europe, la nostra famiglia. Ci tengo a specificarlo proprio perché il nostro obiettivo resta invariato, garantire una folta presenza di italiani in quel gruppo europeo.
A suo parere il grande centro stile Macron è ancora possibile. Gli stessi Renzi e Calenda possono tornare insieme?
Fino all’ultimo giorno utile, dirò che Azione, Italia Viva, Più Europa e liberali democratici europei devono fare una lista unitaria. Cosa peraltro chiesta anche da Benedetto Della Vedova alla festa di Iv a Santa Severa. Se l’incomunicabilità andrà avanti, Libdem lavorerà affinché ci sia comunque una lista riformista, alternativa a sovranismo e populismo.
Rosato e Bonetti, intanto, consumano l’ennesimo strappo. Cosa ne pensa della loro scelta?
Sono scelte personali, che non giudico.
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