Attualità

Manette a Bozzoli: lo cercavano in tutto il mondo, era a Soiano

di Angelo Vitale -

Giacomo Bozzoli durante il processo


Era diventato il giallo dell’estate: ricercato all’estero, in Sudamerica o in Africa, il 39enne Giacomo Bozzoli era a Soiano, dove tutto cominciò e dove, per ora, si conclude la sua libertà dopo la condanna all’ergastolo di dieci giorni fa.

Tre giorni fa L’identità lo aveva scritto: nessuno degli investigatori aveva ipotizzato o lasciato trapelare che Bozzoli potesse essere in Italia dopo che era partito, nelle ricerche degli investigatori e sulla scena mediatica, il giallo della sua scomparsa. Sempre libero durante le varie fasi dei processi a suo carico, ritenuto “abile mente criminale”, freddo esecutore del delitto che gli veniva contestato, aveva deciso di scegliere, alla fine, l’Italia. Mentre le cronache raccontavano della scomparsa della sua Maserati, fotografata dagli impianti di videosorveglianza dei passaggi autostradali e poi sparita, del viaggio “di piacere” in Spagna, della ricomparsa della sua compagna e del figlio di 9 anni, in mattinata ascoltato dagli investigatori sull’addio al padre in un albergo spagnolo.

Oggi, il suo arresto a Soiano. Il 39enne condannato in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario e la distruzione del suo cadavere nel forno della fonderia a Marcheno in provincia di Brescia l’8 ottobre 2015, alle 17.45 è stato trovato dai militari dell’Arma. I carabinieri del comando provinciale di Brescia hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla procura della Repubblica di Brescia a carico dell’imprenditore, che si era dato alla fuga e aveva fatto perdere le proprie tracce. L’uomo è stato rintracciato nella propria villa di Soiano, nella sponda bresciana del lago di Garda. Il migliore buen retiro che potesse mai scegliere.

Bozzoli era nascosto nel fondo di un cassettone nella sua camera da letto, barba lunga e un borsello con 50mila euro. Troppo sicuro sulle sue mosse, non aveva pensato che la villa fosse piena di “cimici” e sorvegliata. Sulla sua latitanza restano ancora molti interrogativi, ora la Procura vuole fare di tutto per chiarire rapidamente la vicenda dopo i tanti buchi degli scorsi dieci giorni.


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