Esteri

Mandato d’arresto in Russia per due inviati Rai

di Lino Sasso -


Due inviati della Rai, Simone Traini e Stefania Battistini, risultano destinatari di un mandato d’arresto emesso dal tribunale distrettuale Leninsky di Kursk. Entrambi i giornalisti attualmente si trovano al di fuori dei confini russi motivo per il quale è stata chiesta l’estradizione, alla quale seguirebbe la custodia cautelare in caso di un eventuale processo. Entrambi sono infatti stati ufficialmente inseriti tra i ricercati dalle autorità russe con l’accusa di aver attraversato illegalmente il confine viaggiando a bordo di un veicolo delle forze armate ucraine con il quale avrebbero raggiunto la città di Soudja, sotto il controllo del governo di Kiev e rischiano, in caso di condanna, fino a cinque anni di carceri secondo quanto previsto dal codice penale russo. I due stavano facendo un reportage nella regione di Kursk e le accuse nei loro confronti rientrano in un più ampio giro di vite recentemente disposto dal Cremlino che vede già indagati una dozzina di giornalisti stranieri accusati di essere entrati illegalmente in Russia durante l’avanzata dell’esercito ucraino nel mese di agosto. Una chiara provocazione che probabilmente va letta come l’ennesimo tentativo di intimidire e dissuadere la stampa straniera dal raccontare cosa accade in territorio russo e le varie evoluzioni del conflitto con l’Ucraina. La notizia del mandato d’arresto emesso nei confronti degli inviati Rai ha ovviamente scatenato le reazioni politiche, con i due vicepremier tra i primi a commentare la notifica. Per Antonio Tajani “Il mandato d’arresto russo contro due giornalisti Rai è un’ulteriore forma di persecuzione nei confronti della libertà di stampa. Il Governo italiano sarà sempre schierato a difesa del diritto a una informazione indipendente”, scrive su X. Mentre Matteo Salvini ricorda come “i giornalisti e le giornaliste hanno diritto e dovere di documentare quello che accade”.


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