Tonfo United: il calcio al contrario a Manchester
Il mondo al contrario. Ma non c’entra il generale Vannacci. Per chi è cresciuto negli anni ’90, quello che sta accadendo a Manchester è qualcosa che sfida ogni logica. Il City è campione in carica della Champions e veleggia verso un passaggio tranquillissimo del turno a gironi. Lo United, invece, non solo non riesce a qualificarsi in un raggruppamento che, al di là del Bayern Monaco, non sembrava così impossibile ma addirittura finisce ultimo cedendo al Galatasaray la qualificazione consolatoria all’Europa League e al Copenhagen il secondo posto che vale l’accesso agli ottavi di Champions.
Chi l’avrebbe mai detto. La squadra che fu di Eric Cantona, David Beckham, Teddy Sheringham, Ryan Giggs, Roy Keane e tutta una sfilza di campioni che a citarli si riempirebbe un almanacco intero di talento, classe e nostalgia, non ne imbrocca più una. Da tempo. Precisamente da quando sir Alex Ferguson ha deciso di andarsene in pensione. Dopo ventisette anni di trionfi, di soddisfazioni, di Coppe, in casa Manchester United è dal mese di maggio del 2013 che non si trova più pace. Dieci anni di delusioni, di sconfitte, di sfottò. Già, perché mentre lo United ha imboccato la china discendente che sembra senza via d’uscita, i cugini del City hanno cominciato a ingranare. Vincono tutto. L’ultima stagione, Pep Guardiola e i suoi l’hanno chiusa col Treble. Premier, Fa Cup e Champions League. L’ultima offesa per i tifosi United, il cui orgoglio era abbarbicato attorno all’ultimo “triplete” Red Devils, portato a segno quando il nuovo millennio era ancora un sogno a venire e non l’incubo. Era la stagione 1998-99. Una vita fa.
Il mondo al contrario, anzi Manchester al contrario. Al City, a cui era rimasto solo l’orgoglio di annoverare tra i suoi tifosi i fratelli Gallagher degli Oasis, s’è ripresa la rivincita con gli interessi. All’Old Trafford, dove ieri c’erano le stelle, adesso è rimasta solo la polvere. E la delusione. Che si coagula attorno alla protesta contro i Glazer, che non mollano il controllo del club. Nemmeno di fronte alla proposta da 6,1 miliardi che sarebbe giunta loro dal Qatar. Il Manchester United non ha più la corona della città. E’ cominciata l’era dei Citizens.
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