Mamma, ho perso il low cost: Ryanair taglia la Sicilia
MICHAEL KEVIN O'LEARY, CEO DI RYANAIR GROUP
Ryanair taglia i voli da e per la Sicilia. Così come aveva già fatto per la Sardegna. Per ora, la compagnia irlandese diminuirà del 10% le tratte verso l’isola. Così Michael O’Leary, il dominus della compagnia aerea (ex) low cost irlandese vuol far la guerra al governo italiano. Che, con il decreto Asset, ha messo dei paletti ai costi dei biglietti aerei, stoppando le corse dell’algoritmo, e ha fermato l’attività di profilazione dei clienti. O’Leary, personaggio a dir poco sopra le righe, è un tipo capace di tutto. Anche di chiedere, ai suoi clienti, di firmare una petizione finalizzata a limitare il diritto di sciopero dei controllori di volo francesi. Basta inquadrare un Qr Code sui biglietti. Dopo essersi presentato a Bruxelles a perorare questa causa, ricavandone una torta in faccia dagli ambientalisti, il capo di Ryanair se la prende con il governo italiano. E con l’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile.
Secondo Michael O’Leary, il decreto “è basato su dati spazzatura, consigli falsi e inaccurati” da parte di Enac. Da Milano, dove ha presentato il piano “italiano” di Ryanair (Sicilia e Sardegna “tagliate” comprese), ha bollato il provvedimento del governo come un atto “stupido e illegale” che “avrà l’effetto opposto, riducendo le capacità e aumentando le tariffe”. Specialmente quelle per le isole. Il Ceo di Ryanair è fiducioso che il decreto “verrà annullato dai tribunali”. E dunque accusa: “Non abbiamo alcun algoritmo, non identifichiamo che tipo di telefono stai usando e non ti geolocalizziamo”. Possono tirare un sospiro di sollievo, dunque, i poveri viaggiatori a cui, dai software Ryanair, è stato chiesto, all’atto di sottoscrivere l’acquisto di un biglietto aereo, la “prova dell’esistenza in vita”, costituita da una serie di foto in varie posizioni, compreso il sorriso. Il capo di Ryanair, poi, se la prende direttamente col ministro Adolfo Urso: “Nemmeno lui sa come funziona il decreto”. E quando poi il telecomando delle slide fa cilecca, O’Leary fa una battuta al vetriolo: “E’ stato lui a togliercele per non farci fare la presentazione”.
Urso, a sua volta, la prende con filosofia. Ai cronisti che gli chiedono conto delle frasi del Ceo Ryanar, il ministro al Made in Italy ribadisce che “l’Italia è un Paese sovrano che non si fa ricattare da nessuno”. Poi replica con uno scherzo alla battuta: “Ho un paio di pile che mi avanzano, sapete a chi possono servire?”.
Chi s’è offeso, a morte, è stata l’Enac. Che non cede un millimetro rispetto alle sue posizioni. E, anzi, contrattacca. Le parole di O’Leary hanno fatto arrabbiare il presidente Enac Pierluigi Di Palma che ha riferito al Senato proprio sul decreto Asset. “Si stanno creando oligopoli, come è il caso di Ryanair che ha comprato Air Malta, ma anche di altri. È quindi evidente che non siamo più in presenza di un libero mercato, ma c’è imposizione del prezzo e poca tutela del consumatore”. Di Palma ha anche aggiunto: “Siamo tornati ai tempi in cui per la Sardegna operavano Alitalia e Meridiana. Un intervento normativo – ha ribadito Di Palma – è assolutamente necessario”.
Chi crede che lo scontro tra Ryanair e il governo italiano sia limitato solo ed esclusivamente al tetto dei prezzi si sbaglia di grosso. Perché c’è una questione ancora più importante che vola sui cieli d’Europa. Ed è quella di Ita. L’accordo con Lufthansa, praticamente fatto, è fermo, impastoiato alla concorrenza Ue. Quelli che la sanno lunga giurano che ci sia lo zampino di Parigi, e di Air France, nei rallentamenti dei piani di fusione fortemente voluti da Italia e Germania. Michael O’Leary, a cui la notizia dell’accordo era già andata di traverso quando, a maggio scorso, definì il governo italiano composto da “incompetenti”, si veste di populismo e attacca: “Vedrete, alla fine si farà: l’Unione europea fa sempre tutto ciò che vuole la Germania”. Anche quello che a lui non piace. “Dopo che avrà acquisito Ita, ridurrà i voli e metterà prezzi anche più alti, quindi benvenuta Lufthansa”. Ma promette: “Non faremo ricorso, ma vogliamo dei correttivi concorrenziali”. Giusto per rincarare la dose, un funzionario di Ryanair difende la compagnia e attacca proprio le compagnie rivali, in particolare Ita e Easyjet: “Voli a mille euro? Non sono tariffe che applichiamo noi, mi meraviglio che la stessa domanda non sia stata fatta agli altri vettori che invece lo fanno”.
Ryanair, dunque, “taglia” la Sicilia e sposterà voli, piloti e assistenti sulle rotte internazionali.
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