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Malato terminale diffida la Farmacia dell’Ospedale di Policoro: “Nessun aiuto per un farmaco salvavita”

di Claudia Mari -


Una segnalazione, con tanto di diffida, è arrivata da parte di un malato terminale nei confronti della Farmacia dell’Ospedale di Policoro. Con una lettera – indirizzata al Presidente della Regione Basilicata, all’Assessore alla Sanità nella Regione, al Ministero della Sanità, ma anche alle trasmissioni televisive Striscia la Notizia e Le Iene – il paziente ha raccontato e denunciato quanto accaduto.

Lo definisce un episodio grave, quello che riguarda la farmacia: il paziente si è recato allo sportello per chiedere un farmaco salvavita, essenziale per la gestione della malattia, e si è trovato a dover fare i conti con una mancanza. Il farmaco non era disponibile, ma il peggio deve ancora arrivare visto che di fronte alla richiesta di spiegazioni non solo non ha ricevuto il sostegno necessario, ma “sono stato trattato con maleducazione e arroganza dal personale della farmacia”.

E ancora, dopo essersi rivolto per ulteriori spiegazioni alla Direzione Sanitaria dell’Ospedale, il paziente si è ritrovato con nulla in mano e si è visto costretto a rivolgersi alle forze dell’ordine. Un episodio devastante per un paziente terminale che si è concluso con una diffida. Qui di seguito la lettera integrale del paziente.

Oggetto: Segnalazione urgente e diffida per grave disservizio presso la Farmacia dell’Ospedale di Policoro

Egregio Presidente della Regione Basilicata,
Egregio Assessore alla Sanità,

e.p.c 

Ministero della Salute 

Striscia la Notizia 

Le Iene  

Mi trovo costretto, con grande dispiacere e profonda preoccupazione, a segnalare quanto accaduto nella giornata di ieri presso la Farmacia dell’Ospedale di Policoro, un episodio che ritengo gravissimo e inaccettabile, soprattutto considerando la mia condizione di malato oncologico terminale.

Mi sono recato presso la farmacia ospedaliera per ritirare un farmaco salvavita, essenziale per la gestione della mia malattia, solo per scoprire che il medicinale non era disponibile. Già questo, di per sé, è un fatto che dovrebbe sollevare immediate preoccupazioni e richiedere una pronta azione per garantire che a nessun paziente oncologico venga mai negato l’accesso a terapie fondamentali per la sua sopravvivenza.

Di fronte alla mia legittima richiesta di spiegazioni e alla comprensibile angoscia che ne è scaturita, non solo non ho ricevuto il sostegno necessario, ma sono stato trattato con maleducazione e arroganza dal personale della farmacia. In un momento di estrema vulnerabilità, in cui le paure e le ansie di un malato oncologico come me si fanno più intense e logoranti, mi sono sentito abbandonato e, anzi, ulteriormente umiliato.

Come può immaginare, una persona nella mia condizione vive quotidianamente con il terrore della malattia, con la paura che ogni piccolo problema possa essere l’inizio di un peggioramento irreversibile. Lo stato di salute già precario, accompagnato da una sofferenza psicologica costante, rende ogni ostacolo un insormontabile fardello. Non solo devo combattere contro una malattia che mi logora fisicamente, ma devo anche lottare contro un sistema che, invece di sostenere, sembra complicare ulteriormente la mia esistenza.

In preda all’angoscia per la mancanza del farmaco e la scarsa considerazione ricevuta, ho cercato di parlare con la Direzione Sanitaria dell’ospedale, sperando in una soluzione immediata o almeno in un minimo di comprensione. Purtroppo, invece di essere ascoltato, sono stato nuovamente trattato con freddezza e disinteresse. Mi sono visto costretto, nel pieno del mio stato di disagio, a richiedere l’intervento dei Carabinieri per cercare di far valere i miei diritti. Anche loro, inizialmente, non hanno compreso la gravità della mia situazione e il bisogno urgente di una risposta. Solo successivamente, dopo aver compreso la mia reale condizione, si sono scusati, ma ormai il danno era stato fatto.

Questo episodio ha avuto un impatto devastante sul mio stato psicofisico già fragile. L’angoscia, la sensazione di impotenza e l’umiliazione subite si stanno ripercuotendo sulla mia salute e il mio equilibrio emotivo, aggravando una situazione già estremamente difficile da gestire.

Con la presente, diffido formalmente le autorità competenti ad agire immediatamente per evitare che situazioni simili possano ripetersi, non solo per me, ma per tutti coloro che si trovano nelle mie stesse condizioni di malattia e vulnerabilità. È inaccettabile che un paziente oncologico, o chiunque altro si trovi in condizioni di salute precarie, debba subire un tale trattamento. Chiedo che vengano adottati provvedimenti immediati per garantire la disponibilità dei farmaci salvavita e che il personale sanitario sia adeguatamente formato a trattare i pazienti con il rispetto, l’umanità e la sensibilità che meritano.

Resto in attesa di un vostro riscontro e di una tempestiva risoluzione delle problematiche segnalate, sperando che quanto accaduto non debba più ripetersi, per il bene di tutti i malati che, come me, si affidano alle istituzioni sanitarie per la loro sopravvivenza.

Cordiali saluti


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