Attualità

Malaria del Congo, primo caso mortale a Treviso

di Dave Hill Cirio -


Un uomo di 55 anni di Trevignano in provincia di Treviso, rientrato di recente da un viaggio in Congo, è deceduto nella serata di lunedì per un caso sospetto di febbre emorragica. sembra essere il primo caso mortale in Italia di quella che le autorità sanitarie del Congo indicano come una grave forma di malaria – il 9 dicembre a Lucca era stato avviato lo studio di un caso di malattia collegato ad un nostro connazionale che lavora in quel Paese –. La segnalazione arriva dal Servizio Igiene Sanità Pubblica dell’Azienda Ulss 2 Marca Trevigiana di Treviso e sono in corso accertamenti diagnostici in collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma per risalire alle origini dell’infezione. In attesa degli accertamenti diagnostici sono state comunque attivate tempestivamente le misure di sanità pubblica previste per questi casi, in accordo con il ministero della Salute, l’Istituto Spallanzani e l’Istituto Superiore di Sanità. È stato inoltre attivato il protocollo che dispone l’isolamento fiduciario domiciliare per l’unico contatto noto dell’uomo e avviata la relativa sorveglianza sanitaria.

Il ministero della Sanità della Repubblica Democratica del Congo ha chiarito che la malattia precedentemente non identificata e che circola nella regione di Panzi è “una forma grave di malaria”. Lo ha riferito l’agenzia Reuters rammentando che la malattia aveva ucciso 143 persone nella provincia sudoccidentale di Kwango a novembre. “Il mistero è finalmente stato risolto. Si tratta di un caso di malaria grave, sotto forma di malattia respiratoria, indebolito dalla malnutrizione”, ha affermato in un comunicato il ministero della Sanità.

Tuttavia, in una dichiarazione inviata via email al quotidiano Usa Today, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato di “non aver ancora determinato in modo definitivo la causa della malattia” non diagnosticata che ha fatto decine di vittime in una regione del Congo e che “i test di laboratorio sono in corso”. E’ quanto si legge sul sito del quotidiano statunitense.

Alcuni campioni sono arrivati al laboratorio dell’Oms a Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo che dista circa 48 ore di auto dalla zona sanitaria di Panzi, “motivo per cui la malattia ha impiegato così tanto tempo per essere identificata”.

Altri campioni sono in viaggio, ha detto l’Oms. Il ministro provinciale della Sanità, Apollinaire Yumba, riporta il quotidiano, ha detto che i farmaci antimalarici forniti dall’Oms vengono distribuiti nei principali ospedali e centri sanitari della zona sanitaria di Panzi. Un portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato che domani arriveranno altri kit sanitari per casi moderati e critici.


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