U.S.A. E GETTA – Malagiustizia in Oklahoma
Quarantotto anni passati in carcere da innocente. Viene dall’Oklahoma il peggior caso di malagiustizia statunitense e il protagonista è Glynn Simmons, un settantenne afroamericano arrestato nel 1975 per un omicidio avvenuto nel corso di una rapina. Simmons aveva solo 22 anni quando fu catturato, insieme al complice Don Roberts, per l’uccisione di Carolyn Sue Rogers, la commessa di un negozio di liquori a Edmond, ammazzata con un colpo di pistola alla testa da due rapinatori che aveva fatto irruzione nell’esercizio commerciale.
Inizialmente i sospetti si concentrarono su due balordi del luogo, ma quando una testimone, rimasta ferita durante la rapina, indicò Simmons e Roberts le indagini si chiusero sui due. Nel corso del processo la testimone oculare si contraddisse più volte, la giuria però non ebbe dubbi e pronunciò il terribile verdetto: pena di morte. Due innocenti, dunque, si apprestavano a finire nelle mani del boia, ma un ricorso li salvò dall’esecuzione e la condanna fu commutata in ergastolo. Inoltre non fu scartata la possibilità di poter richiedere la libertà condizionale.
E mentre Robert riuscì a ottenere la scarcerazione nel 2008, per Simmons la Commissione per la libertà sulla parola non si pronunciò favorevolmente. L’uomo era destinato a morire in prigione, da non colpevole. La speranza per lui si è riaccesa quando la giudice Amy Palumbo ha accolto la richiesta di riaprire il caso. Nel corso delle udienze, la Corte ha riscontato prove chiare e convincenti che l’omicidio non era stato commesso da Simmons.
“Non è stato lui”, ha detto la giudice Palumbo, che ha assolto l’imputato e ha immediatamente disposto il rilascio di Glynn, il quale in carcere ha passato 48 anni, un mese e dieci giorni. Il suo è un terribile record, secondo i dati del registro delle scarcerazioni, in cui sono riportati i tempi di rilascio dei detenuti americani. “È una lezione sulla resilienza e sulla tenacia”, ha detto Simmons dopo l’assoluzione, “non lasciate mai che qualcuno vi dica che non può succedere, perché può succedere”. L’ex detenuto ora è libero e riceverà un risarcimento di 175mila dollari per l’ingiustizia subita.
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