Occhio per occhio? Non proprio. Se la vendetta è un piatto da gustare, la Cina ha scelto di consumarla “cucinando” del maiale. Prosciutti e salami per auto elettriche. Pechino reagisce ai dazi Ue sulle Bev e prepara una procedura per dumping sui prodotti suini prodotti nell’Unione europea. L’annuncio è arrivato dal ministero del Commercio di Pechino che ha dichiarato di aver messo nel mirino le importazioni di carne di maiale nel Paese del Dragone. Per ora, si tratta semplicemente di un’inchiesta. Un po’ come quella che, a suo tempo, annunciò Ursula von der Leyen nei confronti delle auto elettriche cinesi. La durata del procedimento, assicurano i funzionari cinesi, non sarà superiore a dodici mesi e si riferirà alle importazioni in tutto il 2023 mentre sarà allargata, per la valutazione dei danni industriali eventuali, fino all’inizio del 2020. L’Unione europea non fa un plissé. Da Bruxelles, il portavoce al Commercio, Olof Gill, ha dichiarato che la Commissione “prende atto” della decisione cinese. E nel dirlo, difende a spada tratta la scelta Ue di alzare in maniera decisa i dazi sulle Bev di produzione asiatica: “La Cina e le compagnie cinesi hanno pieno diritto di partecipare all’indagine, di fare appello alle Corti Ue e all’Omc. Questo è il meccanismo appropriato per la Cina di esprimere le sue vedute riguardo all’indagine”. Manco a dirlo, una delle nazioni maggiormente a rischio se Pechino dovesse applicare balzelli e restrizioni potrebbe essere l’Italia. Che, peraltro, è rimasta fuori dalla cortina di bambù, perciò che riguarda l’export di carni di maiale in Cina, per lunghi anni.