Economia

Mafie, un giro d’affari di 2 punti del Pil

di Redazione -


Il volume d’affari delle mafie italiane raggiunge circa 40 miliardi di euro l’anno, pari a due punti del Pil nazionale. Secondo la Cgia di Mestre, questo dato è sottostimato poiché non include i proventi derivanti dall’infiltrazione nell’economia legale. La Banca d’Italia, attraverso l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), ha individuato almeno 150.000 imprese potenzialmente collegate alla criminalità organizzata, grazie a segnalazioni di operazioni finanziarie sospette e scambi informativi con la Direzione Nazionale Antimafia e l’Autorità giudiziaria. Le imprese a rischio sono concentrate nelle grandi aree metropolitane. Napoli guida con 18.500 attività, seguita da Roma (16.700) e Milano (15.650), che insieme rappresentano circa il 34% del totale nazionale. Altre province significativamente coinvolte sono Caserta (5.873), Brescia (4.043), Palermo (4.016) e Salerno (3.862). I settori dominati dalle mafie includono narcotraffico, traffico d’armi, smaltimento illegale di rifiuti, appalti pubblici, scommesse clandestine, gioco d’azzardo, usura, contrabbando di sigarette e prostituzione. Le estorsioni restano tra le attività più redditizie, con gli imprenditori come principali vittime.

Negli ultimi dieci anni, il numero di denunce per estorsione contro le mafie è aumentato del 66,2%, passando da 2.335 casi del 2013 a 3.877 nel 2023 nel Mezzogiorno, che detiene il primato geografico. Al Nord, tuttavia, il fenomeno ha mostrato la crescita più rapida: nel Nordest le denunce sono aumentate del 128,3%, con punte del 362,5% a Bolzano, 330% a Belluno e 311,1% a Verbano-Cusio-Ossola. Le estorsioni settentrionali spesso avvengono senza minacce esplicite, ma tramite pressioni “collaborative”, come l’imposizione di assunzioni o servizi, o attraverso pratiche di fatturazione per operazioni inesistenti. Questo sistema consente ai mafiosi di mascherare le richieste di denaro come accordi apparentemente legali. Le città con il maggior numero di denunce per estorsione nel 2023 sono state Roma (1.204), Napoli (836) e Milano (769). In valore assoluto, queste aree confermano la radicata presenza della criminalità organizzata, benché i metodi estorsivi si adattino ai contesti socio-economici. Al Sud persistono le modalità tradizionali di violenza e minacce, mentre al Nord la criminalità punta su infiltrazioni economiche più sofisticate.

Parallelamente, il numero complessivo di reati denunciati è diminuito del 19% tra il 2013 e il 2023, scendendo da 2,89 milioni a 2,34 milioni. Questo rende ancora più significativo il forte aumento delle denunce per estorsione, che riflette una crescente consapevolezza delle vittime e una migliore capacità delle istituzioni di intercettare il fenomeno. La mappatura delle attività in “odore di mafia” rivela l’impatto trasversale della criminalità organizzata sull’intero Paese, evidenziando il bisogno di rafforzare il contrasto non solo sul piano penale, ma anche tramite il monitoraggio finanziario e la prevenzione delle infiltrazioni economiche.


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