epa10905532 Solaris grapes fill plastic boxes during the grape harvest season at Dunesforde Vineyard in York, Britain, 07 October 2023. Viticulture (the cultivation and harvesting of grapes) is now the UK's fastest growing agricultural sector, with wine production expected to reach between 25 and 29 million bottles by 2032, according to industry report. Research published in the journal Oeno-One has predicted that climate change will increasingly allow UK winemakers to grow varieties of grape such as Pinot Noir, Chardonnay, Riesling and Semmilon, which have previously been extremely difficult or impossible to grow in the British climate. EPA/ADAM VAUGHAN ATTENTION: This Image is part of a PHOTO SET
La (prima) giornata del Made in Italy è arrivata e gli agricoltori, al cospetto di Giorgia Meloni e del governo, fanno i conti: gli affari vanno bene ma, tra falsificazioni, tensioni internazionali e riscaldamento globale, potrebbero andare anche meglio. Ieri la premier è intervenuta al Vinitaly dove ha spiegato che la linea del governo è quella di sostenere impresa e lavoro: “Chi ha pensato che si potesse difendere la natura, non tenendo conto del lavoro degli agricoltori o addirittura pensando di farlo contro gli agricoltori, semplicemente non sapeva di cosa stava parlando, perché gli agricoltori sono i primi bio-regolatori”, ha detto la premier alludendo, nemmeno troppo velatamente, alla caterva di regolamenti green che hanno trascinato i trattori nelle strade di tutto il Vecchio Continente per quella che è stata la prima protesta paneuropea della storia. “Nel mondo reale – ha spiegato Meloni – noi abbiamo bisogno dell’opera dell’uomo per difendere la nostra natura e per difendere anche la nostra capacità di trasmetterla alle giovani generazioni”. Quindi dalla premier è arrivata una notizia molto attesa dalla platea di Verona: “Questa è una delle prime questioni: ribadire quella centralità che ci ha fatto fare in questo anno e mezzo un grande lavoro sul tema dell’agricoltura a livello nazionale, cito solamente l’aumento delle risorse per il comparto agricolo da 5 a 8 miliardi con la revisione del Pnrr”. Infine la promessa: “Garantisco il sostegno del governo a tutta la filiera. Sono molto contenta di vedere tanti giovani al Vinitaly: se non si passa questa capacità di consapevolezza sul valore che questo settore ha per noi sul piano economico e della tutela dell’Italia, per la nazione che è e per la sua capacità di raccontarsi nel mondo, tutte le leggi che facciamo e tutte le risorse che spendiamo non servono a niente”.
Già, perché la sfida è nello scenario globale. Le organizzazioni degli agricoltori lo sanno. “Si profila un nuovo record per il Made in Italy agroalimentare. Nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto i 64 miliardi di euro, circa il 10% sul totale delle vendite all’estero dell’Italia. Alla fine di quest’anno potrebbero far registrare un ulteriore aumento in valore nell’ordine di sei punti percentuali”, ha spiegato il presidente di Confagricoltura Massimo Giansanti. Che ha aggiunto: “Sulle prospettive dell’economia pesano le crescenti tensioni internazionali, l`aumento del costo dei trasporti navali e dei prodotti energetici. Va rafforzata l’assistenza alle imprese che intendono cimentarsi sui mercati internazionali. Occorre puntare sull’apertura di nuovi sbocchi e sul miglioramento della presenza dove, come nel continente asiatico, risulta attualmente inferiore alle potenzialità che sono significative. In Cina, ad esempio, le esportazioni agroalimentari italiane sono attestate a soli 580 milioni di euro. In Giappone, il consumo pro-capite del Made in Italy di settore è di soli otto euro, contro i 20 che si registrano negli Stati Uniti”.
Coldiretti, ha presentato proprio ieri al Vinitaly i dati scaturiti dall’ultima ricerca basata su dati raccolti dal centro studi Divulga: “E` il cibo la prima ricchezza dell`Italia con un valore della filiera agroalimentare allargata che ha superato i 600 miliardi di euro e rappresenta il simbolo più noto del Paese all`estero. Il Made in Italy dal campo alla tavola vede complessivamente impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”. Ma non è tutto, perché Coldiretti punta il dito contro l’agropirateria: “Bisogna lottare contro il “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. Su questo fronte è partita dal Brennero una mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola”.