L’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo compie 20 anni
Fino al 3 giugno, nel borgo di Pollenzo, si festeggiano i vent’anni dell’Università di Scienze Gastronomiche. Il fil rouge è rappresentato dell’appello per l’educazione alimentare, con il quale è stato chiesto al governo italiano di inserire questa materia come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado. Il programma dei festeggiamenti prevede un ricco programma di festeggiamenti, tra workshop, convegni, masterclass, attività educative per i giovani aspiranti gastronomi e il mercato dei produttori: gratuiti e aperti a tutti, con l’obiettivo di avviare una riflessione profonda e inclusiva sul nostro rapporto con il cibo.
“Che orgoglio sapere che il 25% dei nostri ex studenti ha dato vita a una sua impresa creativa – spiega Carlin Petrini, Presidente di UNISG e fondatore di Slow Food – Vent’anni fa non esisteva nulla di simile in Italia. Questo progetto visionario è nato fra persone legate al gruppo de La Gola (rivista mensile del cibo, gastronomia e cultura materiale fondata nel 1982) e Slow Food. Si tratta della prima università di Scienze Gastronomiche in Italia, che in questi giorni celebra il ventennale della sua fondazione. Insieme a me c’erano Alberto Capatti, che sarebbe stato il primo Rettore, Massimo Montanari e Marco Riva, docente dell’Università di Milano purtroppo scomparso. Avevamo maturato l’esigenza di un percorso formativo, dapprima si era pensato a un’Accademia del Gusto con carattere parauniversitario. Poi, parlando con l’allora Ministro dell’Università Letizia Moratti fu lei a spronare verso questa avventura. L’Accademia, anche di carattere internazionale, non ha mai avuto un approccio multidisciplinare come quello della vocazione e dell’Università di Pollenzo. Le discipline che si occupavano di cibo erano Agraria, Veterinaria, Medicina per l’Alimentazione e Dietistica, oltre alle 5ecnologie alimentari che servivano alla trasformazione dei prodotti della terra, ma una disciplina che le comprendesse tutte non esisteva, poiché mancava antropologia, geografia e sociologia. Scienze Gastronomiche è una denominazione data da noi per evidenziare la multidisciplinarietà. Dal momento in cui è stata riconosciuta dignità alla professione di Gastronomo sono ben 17 le università che hanno avviato facoltà analoghe. Abbiamo aperto una strada. Potrebbe sembrare di avere molti concorrenti, ma UNISG è stata la prima e rimane un unicum nel panorama nazionale”.
“Nella nostra università – aggiunge Carlin Petrini – quasi al metà degli iscritti proviene da più di 90 Paesi del mondo. Continuiamo a essere un polo d’attrazione perché, con la rete mondiale di Terra Madre, ogni anno, per ogni classe di laurea, sono previsti cinque viaggi didattici, il che significa andare sui territori di Italia, Europa, Asia, Africa e America latina e trovare una rete di collaboratori, pescatori e persone legate al cibo con cui entrare in contatto, confrontarsi e dalle quali imparare. Questi viaggi consentono di capire le varietà culturali e gastronomiche”.
“Le sfide per i prossimi vent’anni – conclude Petrini – sono quelle di fare di Pollenzo un centro di confronto internazionale che valorizzi la diversità che esiste negli ambiti della gastronomia. Quando parliamo di gastronomia, gli italiani e i francesi risultano un po’ eurocentrici. È giusto avere u a forte identità, ma bisogna tener conto della nascita di alcune culture gastronomiche, come quella cinese, nate quattro secoli prima di Cristo. Pollenzo deve rimanere l’agorà di questo dialogo e deve difendere la biodiversità in campo alimentare anche nel caso delle gastronomie che portano con sé la cultura dei luoghi da cui provengono”.
Mara Martellotta (ilTorinese.it)
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