Attualità

L’unico immigrato che conosce Lilli Gruber è il suo filippino

di Giulia Sorrentino -


“È evidente che le porte aperte a tutti non se le può più permettere nessuno”. Questa frase potrebbe averla pronunciata Salvini, la Meloni o un altro esponente della destra, direte voi. E, in effetti anche io, quando ho udito da quale bocca provenissero quelle soavi parole, ho provato un mix tra divertimento e scetticismo. Sarà forse l’ironia della sorte, ma quella frase l’ha detta lunedì sera Lilli Gruber, storica conduttrice del programma Otto e Mezzo, su La7. Sarà rinsavita? Avrà capito che quello dell’immigrazione è un problema concreto e che non è tutto nella nostra mente? Avrà forse fatto un giro per le stazioni d’Italia? No, nulla di tutto ciò purtroppo, ma è stata semplicemente derubata proprio il lunedì mattina in quel di Villa Borghese a Roma mentre faceva ginnastica. Certo però che anche il ladro poteva avere almeno il buongusto di attendere che finisse la sua seduta di fitness. Comunque, cara Lilli, che cosa si prova quando siamo toccati in prima persona da qualcosa? Come ci si sente nel venir privati di portafoglio e chiavi di casa? Però la informiamo che c’è gente che viene privata del proprio corpo, della propria libertà, che subisce abusi; ci sono persone alle quali vengono svaligiate case, libri, auto, fogli di giornale, per dirla alla Tiziano Ferro. Per ventiquattro ore tutti i giornali hanno riportato una notizia che non esiste, ovvero il furto subito da Lilli Gruber. Lo sa meglio di noi che ci sono informazioni ben più rilevanti da dare agli italiani, visto che lei sceglie con dovizia di particolari di che cosa parlare tutte le sere e soprattutto chi invitare. E lo fa soprattutto in modo mai fazioso. La rilevanza di tutto ciò però sta in quella che qualcuno ha definito “sindrome di Capalbio”, terra dei radical chic in cui tutti si radunano sentendosi dalla parte dei diritti. I loro però. Il risentimento della conduttrice altro non è che l’esempio dello scollamento totale di una certa élite rispetto ai bisogni concreti del popolo. E, parlando in generale, non c’è nulla di male nell’avere la puzza sotto al naso, nel sentirsi superiori e nell’appartenere effettivamente a un gruppo di privilégié (il francese fa più chic). Quello che stona, però, è quel volersi accaparrare il ruolo di salvatori della patria quando probabilmente l’unico immigrato che vedono certe persone è il filippino che fa loro le pulizie. Per una volta mi appello davvero a Ilaria Salis: possiamo provare a occupare le case di certi soggetti e vedere se poi non la fanno loro la rivolta popolare? Ilaria, pensaci, che magari potresti diventare la paladina della povera plebe e far vedere (anche a Tom e Gerry) chi è davvero, in questo Paese, dalla parte del popolo.
P.s. Se avete letto il concetto di doppia morale di Nietzsche no, non voleva dire “fate le cose secondo quanto vi conviene”, ma magari ve lo spiegheremo un’altra volta.


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