Editoriale

L’ultima volta della vecchia Ue

di Adolfo Spezzaferro -


È solo questione di tempo. La riscossa di quei (tanti) cittadini europei che hanno bocciato le politiche Ue degli ultimi anni (a partire dalle follie green) e i partiti alleati del Ppe nella maggioranza Ursula, ossia i liberali macroniani di Renew e i socialisti, verrà, prima o poi. Non stavolta, perché gli eurodeputati, nonostante decine di franchi tiratori, hanno confermato Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue. A Strasburgo, dove non c’è più l’asse franco-tedesco, perché i rispettivi leader se la vedono male – soprattutto Macron, assediato dagli avversari a cui lo stesso ha permesso di affermarsi alle urne per fermare la Le Pen -, sembra che a comandare siano sempre gli stessi. Siamo pressoché sicuri però che questi sono gli ultimi colpi di coda in difesa dello status quo di quella che tanti definiscono élite ma che in realtà – è la democrazia – sono gli eurodeputati eletti dai cittadini. Un ceto – chiamiamolo così – quello degli eurodeputati che si aggiusta le maggioranze e si accaparra le nomine in barba alla chiara indicazione delle urne di imprimere un cambiamento radicale alle politiche Ue e quindi alle sue istituzioni, a partire dai cosiddetti top jobs. Invece la Metsola resta dove stava (con larghissimo consenso) e così pure la von der Leyen (con i Verdi che hanno disinnescato i franchi tiratori). Ma, il modello vincente per governare (come dimostrato dall’esecutivo Meloni, premiato alle europee) è quello del centrodestra, senza nessuna gradazione di sinistra. Basta dunque rifilare la bufala della stabilità per giustificare un’accozzaglia che vede i popolari al fianco della sinistra. Bisognerebbe guardare agli Usa, dove Trump tornerà alla Casa Bianca con un vice, JD Vance, che è il suo successore ideale. Perché il Gop trumpiano incarna l’America profonda, dà voce alle istanze di chi non vuole più i democratici. Il Parlamento Ue dovrebbe guardare a Trump e Vance per capire che quello stesso vento in Europa sta già spirando da un po’. E condurrà alla vittoria. Prima o poi.


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