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Hot parade

di Redazione -


Sale: Luigi Mangione. Nell’epoca dei ricchi sempre più ricchi e dei poveri sempre più poveri, ci voleva un ingegnere italoamericano per far dell’America un paradiso socialista. Luigi Mangione, nuovo Che Guevara che invita i suoi seguaci a ribellarsi allo strapotere delle multinazionali e delle major di ogni campo, è già una star e il capitalismo, cinico e baro peggio del destino, già se ne approfitta con magliette e tanto altro.

Stabile: Angelina Jolie. Voleva fare la becchina. Poi non è che ci sia andata chissà quanto lontana. L’attrice se n’è uscita raccontando del nonno e della volontà di lei di fare la direttrice di pompe funebri per “celebrare la vita”. Il solito discorsone squinternato e noioso da star di Hollywood che deve darsi un tono. La sua parte di dolore e noia al mondo, con tutti i pipponi impegnati che ci ha rifilato negli anni, però, l’ha pienamente recitata. Per nostra somma contrizione.

Scende: Roberto Speranza. Un urlo dall’oltretomba della politica: il governo toglie le multe ai no vax e l’ineffabile ex ministro alla Salute si mette a capo delle prefiche virostars e frigna: “Un regalo del governo ai no vax, un condono da cento milioni che offende la memoria delle vittime del Covid”. Certo, avrebbe potuto dirla meglio. Epperò tumularci in casa prima del tempo, sottoporci agli annunci notturni, imporci mascherine e guanti, esporci allo strapotere e ai guasti delle major del web, proporci un libercolo auto-incensatorio salvo poi ritirarlo in fretta e furia dagli scaffali, quello è stato bello?

*di Simone Donati


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