Luca Zaia sul fine vita: “Ora un regolamento”. FdI e FI contrari
Luca Zaia è un governatore del centrodestra eretico sui diritti civili rispetto al pensiero prevalente. Dopo che un anno fa la maggioranza che guida il Veneto dal 2010 si era spaccata sulla sua proposta di legge ieri adottata dalla Toscana (si legga L’ingrandimenTO), adesso ci riprova rilanciando il regolamento per le Ulss con “procedure e tempi certi per chi fa richiesta”, non senza suscitare più di qualche mal di pancia nella coalizione che da quindici anni lo sostiene. Quella del fine vita assistito è una battaglia che il leghista liberal persegue da molti anni. Nel gennaio 2024 la votazione del Consiglio regionale finì con un 25 pari che non permise l’adozione della legge di iniziativa popolare. Una bocciatura che non scalfì le convinzioni del presidente veneto, che è tornato alla carica nonostante da parte di Fratelli d’Italia e Forza Italia ci sia una chiusura piuttosto netta. Ai consiglieri di maggioranza nel gennaio 2024 venne garantita la libertà di coscienza e per un soffio il Doge leghista non riuscì a convincere la maggioranza del rappresentanti del popolo veneto della bontà del provvedimento. “A prescindere dal fare una legge – afferma il governatore – , stiamo lavorando a un regolamento di applicazione della sentenza della Corte costituzionale. Lo vogliamo fare, quantomeno perché ci siano dei tempi certi per la trattazione delle pratiche”. La bussola per Zaia è la sentenza della Consulta del 2019 sul caso dj Fabo-Marco Cappato che si espresse sulla legittimità del suicidio assistito in presenza di quattro requisiti cardine: l’irreversibilità della patologia, le sofferenze intollerabili del paziente, la sua dipendenza da macchine e terapie di sostegno vitali, infine la capacità di intendere e di volere. Ieri la Toscana ha votato il primo provvedimento normativo regionale che fissa tempi, modi e costi delle procedure del suicidio assistito. L’associazione Luca Coscioni che tutela le persone con disabilità e si impegna nella protezione dei loro diritti, proprio ieri ha informato che nell’ultimo anno sono pervenute 1.707 richieste di informazioni su eutanasia e suicidio medicalmente assistito, una media di 5 richieste al giorno. Per Zaia è una questione di principio, sebbene non si nasconda che esistano problemi di natura etica e di coscienza nella somministrazione del farmaco. “Cerchiamo di aggiustare il tiro – aggiunge – perché la maggioranza dei cittadini, come spiegano i sondaggi, è favorevole a precise condizioni”. Negli ultimi due anni e mezzo in Veneto sono stati una quindicina i pazienti terminali che hanno chiesto di attivare la procedura. L’attivismo zaiano sul fronte dei diritti civili non è ben digerito dai compagni di coalizione. La capogruppo di FI in Consiglio regionale, Elisa Venturini replica al governatore che “la competenza su questo importante tema è del Parlamento e non dimentichiamo le cure palliative”. A stretto giro di dichiarazione Lucas Pavanetto, capogruppo di FdI, sottolinea che è “inopportuno che ciò che è stato bocciato dall’aula consiliare sia smentito da una scelta di giunta” come appunto l’emanazione di un regolamento perché non si rispetta la volontà politica del Consiglio. Il tema è di quelli divisivi non solo in seno al centrodestra veneto, perché il dibattito attorno ai diritti civili impegna le coscienze dei singoli al di là delle posizioni ideologiche, a favore di scelte concrete a vantaggio di malati che soffrono le pene dell’inferno e che legittimamente – come osserva la Consulta – hanno il diritto a un fine vita onorevole, medicalmente assistito. Luca Zaia è un innovatore del pensiero conservatore, consapevole però che un pezzo importante della sua coalizione non lo segue. Per questo motivo sia Fratelli d’Italia che Forza Italia gli ripetono che “dalla maggioranza che governa il Veneto sono giunte indicazioni chiare”. Tuttavia il governatore non si nasconde dietro il dito e osserva che “cerchiamo di aggiustare il tiro. Mi sento di escludere che ci siano ritardi o che la gente butta i dossier su un angolo della scrivania. I nostri direttori hanno come disposizione di trattare subito coi comitati etici che abbiamo istituito”. Quello di Zaia è un approccio pragmatico più che ideologico, orientato alla soluzione dei problemi di chi soffre secondo i dettami livellati dalla Consulta ormai sei anni fa. “L’obiettivo del regolamento – conclude il Doge che in autunno scadrà e difficilmente potrà ricandidarsi, perché la porta del terzo mandato (per lui sarebbe il quarto) è chiusa a chiave – è quello quantomeno di indicare tempi certi per la trattazione delle pratiche”.
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