L’occupazione sale: +520mila in un anno
L’occupazione sale: a novembre, secondo le stime preliminari dell’Istat, gli occupati aumentano di 30mila unità su base mensile e, su base annua, l’incremento è di 520mila unità. Il tasso di occupazione, su base base mensile, è stabile al 61,8%. Gli occupati, in totale, raggiungono quota 23milioni 743mila.
L`occupazione, su base mensile, aumenta (+0,1%) tra le donne (quella maschile rimane sostanzialmente stabile), i dipendenti e gli over 34, mentre cala tra gli autonomi e i 15-34enni. Il tasso di occupazione resta invariato al 61,8%.
Il numero di occupati, a novembre 2023, supera quello di novembre 2022 del 2,2% (+520mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi di età, a eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa: il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,3 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+1,3 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.
Confrontando il trimestre settembre-novembre 2023 con quello precedente (giugno-agosto), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 130mila occupati.
“A novembre 2023, prosegue – è il commento dell’Istat – la crescita dell`occupazione che, rispetto al mese precedente, coinvolge solamente i lavoratori dipendenti, saliti a più di 18 milioni 700 mila; con un aumento di 15 mila unità, tornano a crescere anche i dipendenti a termine. Il numero degli occupati – pari a 23milioni 743mila – è in complesso superiore a quello di novembre 2022 di 520 mila unità. Esse corrispondono a un incremento di 551 mila dipendenti permanenti e 26 mila autonomi mentre il numero dei dipendenti a termine risulta inferiore di 57 mila unità”.
Notizie che registrano l’entusiasmo, nella maggioranza, ma pure il commento favorevole di Confcommercio: un mercato del lavoro “tonico anche nella parte finale del 2023 conferma come la nostra economia sia stata in grado di attraversare, senza troppe conseguenze negative, un periodo molto complicato facendo ben sperare per il futuro prossimo: il 2024 potrebbe essere infatti un altro anno di crescita, seppure non brillante”, rileva l`Ufficio Studi dell’associazione.
“A partire da febbraio del 2021 – prosegue la nota, che non nasconde il deficit del Paese rispetto ai numeri in Europa per il comparto occupazionale femminile – il nostro sistema è stato in grado di produrre quasi 1,6 milioni di nuovi posti di lavoro, di cui oltre 1,1 milioni dipendenti permanenti, riassorbendo una parte dei disoccupati e riportando sul mercato del lavoro una frazione degli inattivi. Queste dinamiche hanno permesso, in un periodo di elevata inflazione, di sostenere i redditi delle famiglie e i consumi”. In ogni caso – conclude Confcommercio – “non vanno trascurati alcuni elementi di grave e persistente criticità: la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, seppure in aumento negli ultimi anni, è ancora molto lontana dai valori medi europei e resta fortemente penalizzante l`elevato numero di inattivi tra la popolazione al di sotto dei 35 anni”.
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