Lo strozzino centrale
Tommaso Cerno
di TOMMASO CERNO
Come sei soldi fossero i loro, l’Europa nel nome di una economia da regole vecchie in un mondo nuovo, continua ad alzare i tassi e a scaricare sulle famiglie costi ormai insopportabili. In un mondo che è cambiato l’unica cosa che resta identica sono le politiche inefficaci di una Banca Centrale Europea che sta vivendo la sua peggior gestione dalla nascita.
Mentre la politica ha perso il suo ruolo e le dinamiche macroeconomiche del mondo risentono della pandemia e della guerra, della grande speculazione sull’energia e sui beni di primo consumo, sui ritardi nelle produzioni legati al costo delle materie prime, mentre l’inflazione galoppa e i prezzi salgono perché in questo clima confuso tutti cercano di guadagnare quel poco che si può immaginando un autunno devastante, la Banca Centrale anziché essere garanzia che il maggior numero di famiglie possano affrontare questa strettoia economica e finanziaria, diventa lo strozzino ufficiale dell’Unione Europea e dà il colpo di grazia a milioni di persone che nulla hanno fatto nella vita tranne quella di immaginare il futuro così come questi stessi dirigenti ce l’avevano raccontato per anni. U
na grande bugia che di fronte a una moneta unica che sta perdendo terreno ogni giorno e di fronte allo spettro di una grande Finanza che sta per lanciare l’assalto al credito in paesi come l’Italia messi in ginocchio da queste politiche finanziarie legate solo a pochi interessi assume le sembianze di un enorme boomerang politico. Dall’Italia si è levata la protesta del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che con tutti i distinguo e e le correzioni nei toni che potranno venire nelle prossime ore danno l’idea di come questa ondata di malessere arrivi ormai forte e chiara all’orecchio del Palazzo, lassù dove i governi nazionali nell’immaginario collettivo di chi li ha votati hanno il compito di mettere a posto le cose ma di fatto sono impotenti di fronte ai colpi di mannaia che ogni giorno arrivano alternativamente dalla Commissione o dalla Banca Centrale Europea.
E così le istituzioni al vertice dell’Europa, il grande sogno di Ventotene diventato un incubo da ormai parecchi anni, continuano ad allontanarsi da ampie fasce della popolazione, perché il disegno politico e culturale dell’Europa sulla carta è il migliore possibile ma nella realtà è in contrasto con la situazione reale in cui versa il popolo. Questa forzatura sarà il crinale lungo il quale si alzeranno le bandiere politiche della campagna elettorale per l’elezione del nuovo Europarlamento.
Con l’impressione che il prossimo anno per la prima volta nella storia d’Italia la gente normale avrà più attenzione a quelle urne di quanto ormai ne abbia per gli storici appuntamenti elettorali delle politiche e delle amministrative, che sono ormai appannaggio di una minoranza, non perché gli altri siano disinteressati o politicamente distanti da quanto accade, ma perché ormai a qualunque persona non cretina è chiaro che la vita quotidiana viene intaccata di più dall’alto di quanto avvenga ai livelli intermedi e che basta una decisione dell’Europa in contrasto con la realtà per sferrare un colpo spesso doloroso alla pancia di un paese, colpo contro il quale i governi nazionali possono sempre meno.
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