Attualità

Lo scrolling social? Per il Papa fa marcire i cervelli

di Angelo Vitale -


Lo scrolling social? Per il Papa fa marcire i cervelli. Ci vuole una alfabetizzazione mediatica, perché comunicare è una cosa divina. Quando papa Francesco parla a braccio, le sue osservazioni vanno sempre al nocciolo delle cose. Sabato scorso, rinunciando a leggere un discorso di nove pagine (“A quest’ora, con lo stomaco che incomincia a muoversi, leggerlo sarebbe una tortura”) ha parlato senza mezzi termini in occasione del Giubileo della comunicazione affermando che “comunicare è uscire da se stesso per dare un po’ del mio all’altro. Non solo l’uscita ma anche l’incontro con l’altro”.

E poi “La libertà è il coraggio di scegliere, di liberare il cuore da ciò che lo corrompe”. Con una bordata abituale nel suo parlar chiaro, invitando ad evitare riempire il nostro cuore con “ciò che marcisce e lo fa marcire”. I social, quelli che comunque il Vaticano utilizza (5 milioni di utenti quelli contati qualche anno fa). “Le scelte di ognuno di noi – ha detto – contano ad esempio per espellere quella “putrefazione cerebrale” causata dalla dipendenza dal continuo scrolling, lo “scorrimento”, sui

“.

Come uscirne? “Dove trovare la cura per questa malattia se non nel lavorare, tutti insieme, alla formazione, soprattutto dei giovani?”, individuando la necessità di “educarci ed educare al pensiero critico, alla pazienza del discernimento necessario alla conoscenza e per promuovere la crescita personale e la partecipazione attiva di ognuno al futuro delle proprie comunità”. Perché la comunicazione “è bella. I grandi cambiamenti non possono essere il risultato di una moltitudine di menti addormentate, ma prendono inizio piuttosto dalla comunione dei cuori illuminati”.


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