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L’Italia e i rischi dell’Overtourism: ecco la stretta sugli affitti brevi

di Claudio Capotosti -


L’Italia e i rischi dell’Overtourism Ecco la stretta sugli affitti brevi. I casi di Venezia, della Sardegna e l’esempio di New York. 

Le stringenti limitazioni agli spostamenti che in epoca Covid hanno fatto registrare, a livello globale, una crisi del settore turistico rappresentano, già a partire dallo scorso anno, un lontano ricordo. La crescita dei flussi turistici internazionali è ripresa con ritmi pre-pandemici già dal 2022 e, secondo l’ultimo report dell’UNWTO (United Nations World Tourism Organization), sarebbero addirittura raddoppiati nei primi tre mesi del 2023, quando nel mondo avrebbero viaggiato circa 235 milioni di persone. Alla luce dei dati provvisori ISTAT, anche in Italia, lo Stato che conta in tutto il Pianeta il maggior numero di siti UNESCO, ovvero, ben 58 località e templi della cultura, il turismo è tornato ai livelli pre-pandemici, facendo registrare, nello scorso aprile quasi 28 milioni di presenze. Tuttavia, sebbene da un lato, l’aumento esponenziale di visitatori costituisca un notevole strumento di crescita economica per il nostro Paese, dall’altro, il sovraffollamento turistico, che coinvolge trasversalmente città d’arte, località balneari e di montagna, causa un impatto negativo sui territori coinvolti, dando vita al fenomeno dell’overtourism, neologismo coniato da Rafat Ali proprio per descrivere la crescente affluenza turistica in Islanda e i relativi pericoli legati alla sostenibilità ambientale e sociale.

Ed invero secondo una delle più complete ed approfondite ricerche realizzate dal Parlamento Europeo sul tema ‘Overtourism: Impact and possible policy responses’ il fenomeno si realizzerebbe quando si supera la semplice capacità fisica o ecologica di accoglienza di una località, generando stravolgimenti ambientali, sociali ed economici a causa della difficile convivenza tra viaggiatori e abitanti del posto che, per tale ragione, tendono gradualmente a spostarsi dall’originario luogo di residenza. Diverse le realtà colpite che denunciano le conseguenze negative del fenomeno sull’equilibrio dei territori, in primis Venezia, a rischio nella lista dei siti appartenenti al patrimonio Unesco, dove l’amministrazione ha imposto un ticket di cinque euro per l’accesso in laguna nei ponti primaverili e nei weekand estivi del 2024; tuttavia, la prima regione a scagliarsi contro l’overtourism, è stata la Sardegna, blindando alcune località balneari molto frequentate, tra cui la costa di Baunei e la spiaggia della Pelosa di Stintino. Anche in montagna c’è il caso del lago di Braies in Alto Adige, dove, dopo la fiction televisiva “A un passo dal cielo”, si è innescato un vero e proprio turismo di massa da selfie dando vita a una visione puramente estetica della vacanza che si traduce in un atto consumistico usa e getta a danno della natura incontaminata di quei luoghi.

L’overtourism ha colpito principalmente le caratteristiche identitarie delle località interessate laddove, molte attività ricettive hanno ceduto il passo ad imprese più in linea con il turismo mordi e fuggi precarizzando e minando il diritto alla casa attraverso la sottrazione di immobili al mercato residenziale per darli in pasto al giro di Airbnb. Le cause del fenomeno vanno infatti ricercate nell’esplosione dei viaggi a basso costo, trainate dalla diffusione incontrollata di piattaforme per affitti brevi, ed è questo il motivo che ha condotto il Governo italiano ad una stretta in merito. Dopo l’entrata in vigore, lo scorso 5 settembre della Local law 18, nella città di New York per porre un limite a questa tendenza, incidendo sia sugli host che sugli ospiti, anche l’Italia si prepara a porre un argine al proliferare degli appartamenti destinati ad affitti turistici brevi nelle città e nelle località più apprezzate attraverso la bozza del ddl predisposta dal ministero del Turismo lo scorso 6 settembre, rivolta alle associazioni di categoria e degli inquilini, ai sindaci delle città metropolitane e alle Regioni.

Differenti le finalità del nuovo pacchetto di legge rispetto alla bozza di fine maggio volta a contrastare “il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento”, il nuovo testo ha, infatti, lo scopo di fornire una disciplina “uniforme a livello nazionale nonché di contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore”. Pertanto, l’esempio della metropoli statunitense potrebbe segnare un punto di svolta nel settore turistico e nel contrasto all’overtourism, fungendo da monito per altre realtà nell’introduzione di regole e politiche per un turismo più responsabile.


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