Politica

L’Italia delle riforme e la piazzetta rossa. Intervista a Massimiliano Romeo

di Giuseppe Ariola -

Il Presidente del gruppo Lega al Senato, Massimiliano Romeo


Settimana proficua per la maggioranza che riesce ad approvare due importanti riforme, il Premierato e quella dell’Autonomia differenziata, entrambe presenti nel programma con il quale il centrodestra si è presentato agli elettori. I provvedimenti hanno impegnato entrambi i rami del Parlamento in un clima tutt’altro che sereno che ha visto anche le opposizioni riversarsi in piazza. Ne abbiamo parlato con il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo.

Presidente Romeo, con il voto sulle riforme dell’Autonomia differenziata e del Premierato la maggioranza porta a casa due misure previste dal programma elettorale del centrodestra. Siete soddisfatti?

“È sicuramente un grande risultato. Con il disegno di legge Calderoli abbiamo finalmente approvato in via definitiva norme che regolamentano le modalità per concedere più autonomia alle regioni. È solo l’inizio di un percorso verso quello che Matteo Salvini ha definito un federalismo ragionevole e già da domani le regioni che volessero proporre delle intese possono farlo, al momento limitatamente a quelle materie che non prevedono i Livelli essenziali delle prestazioni. Per le altre bisognerà aspettare il calcolo dei Lep. Si tratta di un primo passo senza il quale non si sarebbe potuto iniziare a perfezionare le varie intese che i governatori vorranno eventualmente fare. In questo modo si valorizzano i territori nel rispetto del principio dell’unità nelle diversità. Con il Premierato, invece, diamo una maggiore stabilità al governo ed evitiamo quei ribaltoni che i cittadini non hanno, giustamente, mai tollerato”.

Con il Premierato i cittadini potranno scegliere direttamente a chi affidare il governo. Si supereranno realmente alcune delle attuali alchimie post elettorali?

“C’è la garanzia del rispetto della volontà popolare, cosa che sappiamo non essere sempre avvenuta negli ultimi anni. In troppe occasioni ci sono stati presidenti del Consiglio e maggioranze differenti da quello che era stato il risultato delle urne. Circa la necessità di prevedere dei contrappesi, come ha chiesto per esempio il senatore Pera, sicuramente si potrà fare in seconda lettura alla Camera, ma molto dipenderà dalla disponibilità del gruppo FdI che ha come obiettivo primario l’approvazione di questa riforma. Noi siamo leali all’accordo politico che abbiamo stipulato e su cui il centrodestra si tiene insieme fin dai tempi della Casa delle libertà”.

Il passaggio dal criterio della spesa storica a quello dei Lep riuscirà a ridurre il gap atavico tra Nord e Sud del Paese?

“Un aspetto fondamentale dell’autonomia è proprio quello di stabilire i Lep. Si tratta di prestazioni che vanno erogate in modo uniforme sull’intero territorio nazionale, proprio per garantire la tutela dei diritti civili e sociali a tutti i cittadini. Senza l’autonomia non si sarebbe neanche mai parlato dei Lep e questa è un’occasione preziosa per migliorare i livelli delle prestazioni, oltretutto con possibili risparmi di spesa”.

Il ministro Calderoli si è detto addirittura commosso…

“Roberto Calderoli è stato impegnato su questo tema per tanti anni, a partire dalla riforma della Devolution nel 2005 che non superò il referendum confermativo. Ci ha poi riprovato con il Federalismo fiscale, che però dovrà essere attuato entro il 2026 perché rientra tra le riforme previste dal Pnrr. Questo sull’autonomia differenziata è, quindi, un risultato storico che racchiude la sua intera carriera politica. Da parte nostra, lo ringraziamo per la forza che ha dimostrato in questa occasione, perché non è stato facile ottenere questo successo frutto di un percorso iniziato a marzo dello scorso anno. È stata una lunga maratona che parte da lontano e passa anche per i referendum che nel 2017 hanno approvato i cittadini lombardi e veneti per avere più autonomia. Una spinta popolare risultata determinante perché il federalismo rimanesse centrale nell’agenda politica del Paese”.

L’opposizione è scesa in piazza contro entrambe le riforme. Hanno qualche ragione o è solo il gioco delle parti?

“Quando le opposizioni manifestano contro l’autonomia manifestano contro la Costituzione, perché dimenticano che l’Autonomia differenziata è prevista dal Titolo V. Oltretutto, nasce da una riforma che ha fatto proprio la sinistra nel tentativo di fermare la spinta della Lega. Quindi, è come se manifestassero contro la Costituzione e contro sé stessi. Questo la dice lunga”.


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