Attualità

L’Italia con la fregata Fasan nel Mar Rosso per l’operazione Prosperity Guardian contro gli Houthi filo Iran: ecco chi sono

di Angelo Vitale -


C’è anche l’Italia, con la fregata Virginio Fasan, nella coalizione dell’operazione Prosperity Guardian messa in campo per garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, dove “la recente escalation di sconsiderati attacchi Houthi provenienti dallo Yemen minaccia il libero flusso del commercio, mette in pericolo i marinai innocenti e viola il diritto internazionale”. Lo fa sapere il Pentagono, spiegando in una nota che “questa è una sfida internazionale che richiede un’azione collettiva” e che per questo viene istituita l’operazione che “sta riunendo più Paesi tra cui Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Spagna, per affrontare congiuntamente le sfide alla sicurezza nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden, con l’obiettivo di garantire la libertà di navigazione per tutti i paesi e rafforzare la sicurezza e la prosperità regionale”.

“Il Mar Rosso è una via d’acqua fondamentale, essenziale per la libertà di navigazione, e un importante corridoio commerciale che facilita il commercio internazionale. I paesi che cercano di sostenere il principio fondamentale della libertà di navigazione devono unirsi per affrontare la sfida posta da questo attore non statale che lancia missili balistici e veicoli aerei senza equipaggio (UAV) contro navi mercantili di molte nazioni che transitano legalmente in acque internazionali”, si legge nella nota del segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, lunedì in visita a Tel Aviv.

“Questa è una sfida internazionale che richiede un’azione collettiva. Pertanto, oggi annuncio l’istituzione dell’Operazione Prosperity Guardian, una nuova importante iniziativa multinazionale di sicurezza sotto l’egida delle Forze marittime combinate e la guida della sua Task Force 153, che si concentra sulla sicurezza nel Mar Rosso”.

Già lunedì gli Houthi si erano fatti sentire n un’intervista ad al-Jazeera con Mohammed al-Bukhaiti, membro del politburo dell’organizzazione filo-iraniana che controlla alcune parti dello Yemen: “Saremo in grado di affrontare un’eventuale coalizione formata dagli Stati Uniti”.

Sciiti di matrice zaydita, gli Houthi controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana’a. Dietro di loro c’è l’Iran, che è alleato ideologico, religioso e militare. L’11 dicembre una petroliera norvegese nel Mar Rosso era stata colpita da un missile houthi: le loro milizie sono armate anche con barchini radiocomandati pronti ad esplodere contro le navi e con droni che utilizzano frequentemente nell’area.

Da qualche anno controllano Sana’a e prendono il nome dal loro leader fondatore, Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūthī, ucciso dalle forze statali yemenite nel 2004. Formatisi verso la fine del secolo scorso e diventanti sempre più agguerriti dai primi anni 2000 si sono distinti pe juna serie numerosa di attacchi antigovernativi. In Yemen la maggioranza dei cittadini è sunnita, loro si sono proposti come guida per la minoranza sciita, che in alcune zone del Paese arriva a circa il 45%. Naturale loro amico l’Iran, per appoggiare la corrente sciita in un’area ove sono prevalenti i sunniti.

Grazie all’aiuto di Teheran, hanno prevalso sulle forze avversarie, appoggiate invece dall’Arabia Saudita, durante la guerra civile tra 2014 e 2015. Il loro ruolo attuale, nel conflitto di Israele contro Hamas che invece Teheran appoggia, è ritenuto pericoloso, specie per i riflessi sulla circolazione navale.

Da qui l’operazione spinta dagli Usa. L’Italia vi sarà presente con la Virginio Fasan, già operativa da anni nella zona. Da un mese, l’unità della nostra Marina militare di classe Bergamini e indicata come Fremm, Fregata europea multimissione, è impegnata al largo delle coste del Libano e si ritiene possa attraversare il Canale di Suez per Natale.


Torna alle notizie in home