L’Italia ai mondiali di walking football
Si chiama calcio camminato, walking football. E’ nato nel 2011, quando John Croot, dirigente del Chesterfield Football Club, club inglese di terza serie, mentre rientra a casa da un allenamento, fermo ad un semaforo rosso, ha l’intuizione di creare un gioco destinato a persone che hanno l’età in cui di solito si smette di giocare con il pallone e ci si limita ad una attività fisica ridotta. Un calcio con la regola principale del divieto di corsa e del contatto fisico, che subito ha attecchito anche a casa nostra, specialmente tra gli ex calciatori di serie C e D. Come quelli che compongono la Nazionale italiana in partenza per l’Inghilterra, ove l’Italia over 50 e over 60 giocherà tutte le sue carte nella Coppa del Mondo. Squadre caricatissime per questa avventura, dopo l’ufficiale riconoscimento della Walking Football Federation. Galvanizzati i calciatori (36 atleti in rappresentanza delle Sezioni Unione Veterani dello Sport di Novara, Bassano, Biella, Treviso e Pisa), ritrovatisi più volte negli scorsi mesi per gli incontri di preparazione, gli ultimi a Novarello e Bassano, due dei poli del movimento italiano più strutturati e tecnicamente validi. Nazionali affidate a Luigi Martinolli e Pierluigi Rossi, entrambi soci della Sezione di Novara che per prima in Italia, negli anni 2017 e 2018, ha cominciato a praticare questo sport e a diffonderlo.
A Derby, città inglese di forti tradizioni calcistiche – la squadra cittadina, il Derby County, fondata nel 1884, vanta nella sua bacheca due campionati inglesi ed una coppa d’Inghilterra – la cornice del St. George Park accoglierà giocatori di tutto il mondo in rappresentanza di 20 nazioni. L’Italia è testa di serie sia nel girone per le over 50 con Nigeria, Giappone, Georgia, Indonesia e Singapore si in quello per le over 60 con Australia, Galles, Irlanda del Nord e Repubblica Ceca. Il 24 e 25 agosto gli incontri di qualificazione, dal giorno dopo il ticket per le semifinali.
Trascorsi internazionali di tutto rispetto per l’Italia: nel 2018 una trasferta in Inghilterra (40mila iscritti a questa disciplina), con vittoria dell’Italia; nel 2019 la partecipazione al primo Campionato Europeo con Galles, Inghilterra, Scozia, soccombendo solo in finale agli inglesi; l’anno successivo una amichevole vincente con l’Inghilterra; nel 2020, prima del Covid, un match vincente con il Galles a Pisa.
Dice il ct Martinolli: “Decisamente cresciuto negli ultimi due anni il nostro livello, sulla spinta dell’impegno dell’Unione Veterani dello Sport che ha preso a cuore questo nuovo sport, individuando in esso la possibilità di incrementare i propri soci (oggi oltre 7mila in oltre 130 Sezioni) e offrendo loro un agonismo a buoni livelli: la partecipazione alla Coppa del Mondo ne è la dimostrazione. Facciamo conto sulle nostre qualità, ma non conosciamo ancora il reale livello degli avversari. Quindi scenderemo in campo senza pregiudizi, augurandoci di essere all’altezza”.
Da Luigi Martinolli anche un aneddoto, a significare una passione non erosa dal tempo: “Quando nel 2018 disputammo la prima amichevole internazionale, giocammo allo stadio di Brighton dove solo poche ore prima era sceso in campo il Manchester di Ibrahimovic. Uscire dallo spogliatoio e guardarci intorno in quello stadio tante volte sognato, fu un’ emozione fortissima. Poi, quando risuonarono nell’aria le note dell’inno nazionale, l’adrenalina salì alle stelle”. Un ottimo viatico per una partecipazione alla Coppa del Mondo che non sia solo di facciata.
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