Lista Toti senza presidente e un futuro da reinventare
Tutto da decifrare, tutto ancora da decidere. Il futuro della Lista Toti rimane sub iudice. Ogni decisione sarà presa infatti quando l’ex presidente della regione Liguria non uscirà dagli arresti domiciliari ormai dallo scorso 7 maggio per le accuse di corruzione, falso e voto di scambio. Dimissioni irrevocabili, le sue, che -come ha scritto lo stesso governatore – avranno come conseguenza politica le elezioni anticipate nei prossimi tre mesi. Ma la vicenda ha un altro risvolto non meno importante ed è relativo al futuro della stessa Lista Toti che con i suoi otto componenti in Consiglio regionale è il gruppo più numeroso. Alle elezioni del 2020 aveva infatti ottenuto il 22,61% dei consensi, davanti alla Lega con il 17,145 dei voti. Fratelli d’Italia con 10,87% e Forza Italia-Liguria Popolare con il 5,27% e l’Udc con lo 0,65%. Insomma la cosiddetta “gamba civica” del centrodestra ligure farà i suoi ragionamenti i prossimi giorni. La conferma è arrivata proprio ieri dagli ambienti al gruppo, giorno in cui il legale di Toti, Stefano Savi, ha depositato l’istanza di revoca degli arresti domiciliari per l’ex presidente. Alle prossime elezioni regionali in Liguria “Toti non sarà candidato”, ha informato il legale in una nota. Ma il legale dopo avere precisato, come detto, che “sono totalmente destituite di fondamento le notizie pubblicate da un quotidiano relative a una possibile candidatura di Giovanni Toti alle prossime regionali ha anche precisato che “come già dichiarato nel recente passato Toti non sarà candidato, men che meno, in tutti i collegi della regione come pubblicato”. Se Toti, dunque, nom sarà candidato, resta ancora tutto da stabilire il futuro della lista che porta il suo nome. E mentre la Lista Toti scruta il futuro costretta probabilmente a reinventarselo, nel Centrodestra – dove i legittimi timori per il futuro esito del voto sono inevitabili – è ormai caccia al candidato. Allo stato attuale i candidati politici si stanno sfilando per cui si fa sempre più strada l’ipotesi quasi obbligata di trovare un candidato civico. Sulla vicenda è intervenuto ieri il vice premier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, intervenuto a un vertice del suo partito che ha discusso anche il futuro scenario ligure. “Toti si è dimesso due giorni fa. Se avessimo trovato un candidato saremmo un’associazione di maghi e non una coalizione politica. Troveremo – ha affermato Tajani – il migliore candidato possibile. Anche io credo che sia preferibile un candidato civico. Dovremo andare a occupare spazi che la sinistra sembra lasciare liberi candidando l’ex ministro Orlando. Decisione che va nell’impegno forte a sinistra e lascerebbe senza voce i moderati, che invece rappresentano la maggioranza in Liguria”. L’ipotesi-Orlando, ex ministro della Giustizia, candidato del centro sinistra, sta in effetti prendendo sempre più piede anche se in qualche modo mette le mani davanti: ha dichiarato alla Rai di volersi “dedicare alla mia regione”, ma questo “non significa necessariamente che devo essere io il candidato”. Ma subito dopo ha aggiunto che c’è poco tempo per fare la campagna elettorale e che quindi bisogna decidere “molto velocemente, sapendo che nel caso c’è una mia disponibilità a dare una mano nelle forme e nei modi che si vorranno decidere”. Sulla sua possibile candidatura ci sarebbe già il veto di Italia Viva che pure ha di nuovo abbracciato l’ipotesi del campo largo. Tornando al centrodestra, sulla difficoltà a individuare un candidato pesa la vicenda giudiziaria che complica la partita. Diverse già le rinunce come Edoardo Rixi, vice ministro della Lega, già vicino alla candidatura nel 2015 quando gli fu preferito proprio Giovanni Toti. Ma altri hanno già rinunciato come Matteo Rosso, riferimento ligure di FdI, Alessandro Bonsignore, presidente dell’Ordine dei medici di Genova e Claudio Scajola, ex ministro e sindaco di Imperia. Tra i possibili papabili, Pietro Piciocchi, vicesindaco di Genova e Pierluigi Perracchini, sindaco della Spezia.
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