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L’Iran sotto un cyber attacco: ecco tutti i siti nucleari presi di mira nel Paese

di Angelo Vitale -


Dall’Iran arriva la denuncia di aver subito un massiccio cyber attacco. “La quantità di attacchi informatici pesanti, che si sono verificati sui tre rami del governo, della magistratura e del parlamento, così come sull’industria nucleare, sono senza precedenti ed enormi”, ha detto l’ex segretario del National Virtual Space Center Abolhassan Firouzabadi, citato dai media locali. “Durante gli attacchi è stata rubata una grande quantità di informazioni”, ha aggiunto Firouzabadi, senza menzionare la data degli attacchi. Tra gli obiettivi – ha continuato – anche reti di distribuzione e trasporto di carburante, municipalità e porti.

Attacchi che sollevano preoccupazioni circa una mossa di ritorsione da parte di Israele. L’offensiva informatica arriva, infatti, poco dopo che Israele ha annunciato il primo ottobre che avrebbe risposto al recente attacco missilistico dell’Iran. Tra le strutture interessate c’erano gli stabilimenti nucleari dell’Iran.

Oltre ai servizi governativi, sarebbero stati presi di mira anche gli impianti nucleari iraniani, i sistemi di distribuzione del carburante, i servizi municipali, le reti di trasporto e i porti. Firouzabadi ha sottolineato che questa ondata di attacchi informatici è solo una frazione della minaccia più ampia che l’Iran sta attualmente affrontando, poiché si trova di fronte alla quasi completa vulnerabilità in tutte le sue infrastrutture critiche.

Ecco quali sono i siti nucleari iraniani a rischio per il cyber attacco in corso, recentemente raccontati da Deutsche Well.

Natanz è sita a circa 300 chilometri a sud di Teheran, nella provincia di Isfahan, principale centro per l’arricchimento dell’uranio in Iran. È qui che il programma nucleare gestisce centrifughe che arricchiscono l’uranio per scopi civili e, potenzialmente, militari. Una struttura ospitata in bunker sotterranei per proteggerla dagli attacchi aerei, già obiettivo di atti di sabotaggio attribuiti a Israele, tra cui l’uso del virus Stuxnet, esplosioni e interruzioni di corrente.

Isfahan è il Centro di Tecnologia Nucleare ove avviene la lavorazione dell’uranio che prepara il materiale radioattivo per l’arricchimento. Qui, l’ossido di uranio, noto anche come yellowcake, viene convertito in tetrafluoruro di uranio ed esafluoruro di uranio, un composto chimico viene utilizzato nelle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio.

Saghand è una miniera di uranio nella regione desertica della provincia di Yazd, a circa 200 chilometri a nord-est della città di Yazd. E’ uno dei pochi siti di estrazione dell’uranio conosciuti in Iran che fornisce l’uranio grezzo utilizzato per il programma nucleare del Paese.

Bushehr è la prima centrale nucleare civile dell’Iran, si trova sulla costa del Golfo Persico nel sud dell’Iran e viene utilizzata per generare elettricità, non per scopi militari.

A Teheran è sito il reattore di ricerca utilizzato principalmente per la produzione di radioisotopi medici per il trattamento del cancro e nella diagnostica della medicina nucleare. Ha svolto un ruolo centrale durante i negoziati sull’accordo nucleare del 2015, in quanto potrebbe essere utilizzato non solo per scopi medici ma anche potenzialmente per applicazioni militari, se vi fosse trattato l’uranio altamente arricchito.

Parchin, a circa 30 chilometri a sud-est di Teheran, funge ufficialmente da sito di test per armi convenzionali e missili. Tuttavia, è indicato da alcuni rapporti come il luogo ove possano avvenire anche le attività legate allo sviluppo di armi nucleari.


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