Esteri

L’Iran potrebbe attaccare Israele nelle prossime ore

di Ernesto Ferrante -


Israele potrebbe essere attaccato nelle prossime ore. Fonti di intelligence occidentale ritengono probabile che Iran e Hezbollah possano scegliere il “TishaB’Av”, ovvero l’anniversario della “Distruzione del Tempio”, per rispondere alle uccisioni del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, del leader di Hezbollah, Fouad Shukr, e del comandante della Falange Al-Qassam, Muhammad Deif.
Il comandante dell’Aeronautica militare israeliana, il generale Tomer Bar, ha deciso di sospendere le ferie all’estero del personale militare di carriera, in seguito a una valutazione della situazione. Non si registrano cambiamenti, invece, nelle direttive del Comando del Fronte Interno.
Regno Unito, Francia e Germania hanno avvertito Teheran che se dovesse colpire Tel Aviv, “si assumerà la responsabilità” dell’escalation nella regione. In una dichiarazione congiunta citata dal Times of Israel, i tre Paesi hanno invitato la Repubblica islamica ad evitare di contribuire ad estendere la guerra.
“Siamo profondamente preoccupati per l’acuirsi delle tensioni nella regione e siamo uniti nel nostro impegno per la riduzione della tensione e la stabilità regionale – scrivono Londra, Parigi e Berlino – In questo contesto, chiediamo all’Iran e ai suoi alleati di astenersi da attacchi che potrebbero ulteriormente intensificare le tensioni regionali e mettere a repentaglio la possibilità di concordare un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi”.
Se l’Iran dovesse attaccare, “si assumerà la responsabilità di azioni che mettono a repentaglio questa opportunità di pace e stabilità. Nessun Paese trarrà vantaggio da un’ulteriore escalation in Medio Oriente”.
In una conversazione telefonica fra i ministri degli Esteri di Iran e Cina, il capo ad interim della diplomazia della Repubblica islamica Ali Bagheri Kani ha rivendicato il diritto a una “risposta adeguata e deterrente” contro lo Stato ebraico. In un post su X, Bagheri ha detto che con il collega cinese Wang Yi ha discusso degli ultimi sviluppi nella regione, in particolare delle “azioni del regime sionista che uccide i bambini per espandere la portata della tensione oltre Gaza attraverso i recenti movimenti pericolosi in Libano, Yemen e l’assassinio del Martire Haniyeh a Teheran”.
Secondo il ministro iraniano, “il ministro degli Esteri cinese ha sostenuto gli sforzi legali dell’Iran per difendere la sua sovranità, sicurezza e onore nazionale e ha espresso il desiderio di strette relazioni con l’Iran per mantenere la pace e la stabilità nella regione”.
L’appoggio di Pechino è stato confermato dalla nota riportata dai media cinesi. “La Cina si oppone fermamente e condanna con forza l’assassinio, ritenendo che violi in modo grave le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali, che violi seriamente la sovranità, la sicurezza e la dignità dell’Iran, che comprometta direttamente il processo negoziale per il cessate il fuoco di Gaza e sconvolga la pace e la stabilità regionale”, ha spiegato Wang.
Il ministro degli Esteri cinese ha definito fondamentale l’impegno della comunità internazionale “per invitare tutte le parti in conflitto ad attuare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu e a creare le condizioni per un cessate il fuoco completo e permanente a Gaza il prima possibile”.
Il Vaticano ha chiesto calma e moderazione alle autorità iraniane. Nella giornata di ieri, il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato del Papa, ha parlato con Masoud Pezeshkian, presidente della Repubblica Islamica dell’Iran. A comunicarlo è stato il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.
“Il cardinale, oltre a congratularsi con il presidente per l’inizio del suo mandato e a trattare temi di comune interesse, ha espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Medio Oriente, ribadendo la necessità di evitare in ogni modo che si allarghi il gravissimo conflitto in corso e preferendo invece il dialogo, il negoziato e la pace”.


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