L’ira di Israele. Netanyahu è nell’angolo
Il presidente del tribunale del lavoro ha ordinato la fine dello sciopero generale in Israele alle 14:30 ora locale di ieri, “dopo avere ascoltato le posizioni delle parti”. L’ingiunzione arriva dopo le forti pressioni del governo sul sindacato per non ostruire le attività del paese. Un ministro del Likud, lo stesso partito del premier, ha riferito di forti timori di Benyamin Netanyahu rispetto alle enormi proteste contro il governo.
Migliaia di manifestanti hanno bloccato diverse strade a Tel Aviv, dove la gente è scesa in piazza dopo il ritrovamento a Gaza di sei giovani ostaggi giustiziati in un tunnel. I dimostranti si sono riuniti in Begin Street e hanno chiesto il raggiungimento di un accordo per il rilascio dei rapiti che sono ancora in vita.
Lungo l’autostrada Namir verso Tel Aviv nord, i familiari dei prigionieri hanno letto ad alta voce i nomi delle 101 persone ancora nell’enclave palestinese. Alcune si sono anche sdraiate sulle due carreggiate, consentendo il passaggio solo di mezzi di soccorso e ambulanze.
Furiosa la reazione del primo ministro. “Lo sciopero è una vergogna. State dicendo a Sinwar: avete ucciso sei persone, qui noi vi sosteniamo”, ha detto durante la riunione di governo Netanyahu nella sua prima dichiarazione dopo la proclamazione dello sciopero generale. Il capo dell’esecutivo ha attaccato duramente i dimostranti scesi in strada e si è opposto alla richiesta del ministro della difesa Yoav Gallant di annullare la decisione del governo di restare nell’asse di Filadelfia.
Opposizione all’attacco. “Siete complici del più grave disastro della storia del paese. Questo è il momento di ricordarvi che non avete giurato fedeltà a Netanyahu, ma allo stato di Israele”. Lo ha scritto il capo dell’opposizione israeliana Yair Lapid in una lettera ufficiale ai parlamentari del Likud, partito del premier, Shas e ebraismo della Torah unito, i due partiti ultraortodossi della coalizione. Lapid ha osservato che “dovrebbero immediatamente chiedere un accordo per il rilascio degli ostaggi ed in mancanza di questo uscire dalla coalizione di governo”.
Hamas ha pubblicato il filmato dei sei ostaggi assassinati, i cui corpi sono stati recuperati dall’Idf a Rafah. Non è chiaro quando sia stato girato. Il gruppo islamista ha affermato che si tratta di un promo per un video più lungo in cui saranno mostrati Hersh Goldberg-Polin, Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lobanov, Carmel Gat e Almog Sarusi. La maggior parte dei media israeliani lo ha oscurato.
Da domenica sta andando avanti la campagna di vaccinazioni su larga scala contro la poliomielite nella Striscia di Gaza. Le autorità sanitarie palestinesi e le agenzie delle Nazioni Unite contano di raggiungere quota 640mila bambini.
Almeno 11 persone sono rimaste uccise in un attacco aereo israeliano contro una scuola che ospitava sfollati palestinesi. A renderlo noto sono stati funzionari sanitari.
“Undici persone sono rimaste uccise quando un raid israeliano ha colpito la scuola Safad, a Gaza City, che ospitava sfollati”, ha denunciato il portavoce dell’agenzia di difesa civile Mahmud Bassal, aggiungendo che diverse persone sono rimaste ferite.
Il raid ha centrato “una stanza usata dalla polizia”. Da parte sua, l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver preso di mira “terroristi di Hamas che operavano da un centro di controllo in un’area che era la scuola di Safad”.
Capitolo negoziati. L’estrema destra israeliana sta lavorando “per impedire un accordo sconsiderato” con Hamas per un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Ad assicurarlo è stato Itamar Ben-Gvir, ministro per la Sicurezza nazionale dell’ala oltranzista, sottolineando che “con Hamas si deve parlare solo tra mirini”.
“L’Iran sostiene qualunque accordo, che sia accettato dai palestinesi e da Hamas per stabilire un cessate il fuoco a Gaza e aprire la strada per l’invio di aiuti”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, durante una telefonata con l’omologo bulgaro, Ivan Kondov.
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