Attualità

IN GIUSTIZIA – L’intuizione del Papa fratello

di Francesco Da Riva Grechi -


Questa testata per vocazione si occupa delle identità sparse ovunque dentro e fuori di noi e nel caso del viaggio di Papa Francesco, in modo quanto mai opportuno, si è richiamato il concetto di “identità universale”. Sarà infatti l’impressione di chi scrive, ma quando viaggia Papa Bergoglio si parla di evangelizzazione ed ecumenismo, laddove necessario, ma si narra, sempre e soprattutto, di dialogo e amore, indispensabili, in ogni tempo ed in ogni luogo. E lo stesso amore per la vita in tutte le sue forme viene esteso ad ogni vivente del creato, ad ogni creatura e ad ogni elemento dell’ecosistema terrestre, nella fratellanza universale, fondamento dell’identità universale. E fin dalla scelta del nome, Papa Bergoglio ha voluto rivolgersi ai fedeli con un richiamo alla tradizione più forte del Cattolicesimo e più importante anche dal punto di vista italiano, quella di San Francesco d’Assisi e del monachesimo medievale. Universalismo vero dunque e senza il conflitto con il potere temporale, tipico della storia cattolica Si può aggiungere che la presenza di Papa Francesco nel mondo è sempre gradita, ascoltata, perché priva di dogmatismo, intransigenza e chiusure. La chiesa in uscita, voluta da Francesco, è il racconto di un amore che lui stesso porta nel mondo a nome di Gesù e che nessun uomo di fede, in cuor suo, può ritenere in contrasto con altre religioni a cominciare da quella musulmana. Questa è la profonda intuizione di Francesco: non c’è nulla nella fede cristiana che debba far insorgere un conflitto con altre fedi, né visioni della vita e della vita oltre la vita. Questa è la parola del Papa profondamente universale e così viene condivisa anche dalle massime autorità musulmane. Il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, veniva infatti firmato insieme al Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb il “Documento sulla Fratellanza Umana” che inizia in questo modo: “La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere”. E prosegue, spiegando che si tratta di “un documento ragionato con sincerità e serietà per essere una dichiarazione comune di buone e leali volontà, tale da invitare tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché esso diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli”. Queste dunque le premesse dell’incontro di Papa Francesco con i fedeli musulmani asiatici nel viaggio da poco iniziato. Non si può tuttavia concludere senza il richiamo alla piena continuità con il magistero di San Giovanni Paolo II, autore, nel 1986, del più lungo viaggio apostolico in Asia nella storia della Chiesa, e che ha impresso per sempre nella fede cattolica il segno di Maria, madre di Gesù e della Chiesa, ma anche figura centrale del Corano. Esiste infatti una sura (capitolo) del libro sacro all’islam tutta dedicata a Maria. E c’è uno stesso racconto sia in due Vangeli apocrifi (protovangelo di Giacomo ed apocrifo di Matteo), sia nel Corano. Nei primi si narra di Maria in cammino che, avvistata una palma carica di datteri, esprime a Giuseppe il desiderio di mangiarne qualcuno. A quel punto, Giuseppe rispondendo a voce alta a Maria di non poter raggiungere i tanto agognati frutti, a causa dell’eccessiva altezza dell’albero, svegliò il neonato Gesù che ordinò alla palma di abbassare i suoi rami per nutrire la sua santa madre. Lo stesso racconto si può leggere nel Corano: quando Gesù nacque sotto la palma, a Maria apparve un angelo che le disse: scuoti l’albero e mangia i datteri. Nella tradizione islamica, i datteri aprono solennemente il Ramadan.


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