Politica

L’INTERVISTA – Rotondi: “Renzi non pesa più della mia Dc. Un signore che di governi ne fece sette preferiva i portasilenzi ai portavoce, ecco perché vince Meloni”

di Edoardo Sirignano -

GIANFRANCO ROTONDI POLITICO


“Renzi non pesa più della Dc con Rotondi. Un signore che di governi ne fece sette preferiva i portasilenzi ai portavoce, ecco perché oggi vince Meloni”. A dirlo Gianfranco Rotondi, deputato eletto tra le file di FdI.

In Olanda vince l’estrema destra, quella che parla di uscita dall’Ue e dice niente armi all’Ucraina e fondi all’Italia. Cambia, dunque, lo scenario sullo scacchiere continentale?

Ogni paese ha la sua storia, e non tutte le destre sono uguali, come del resto le sinistre. Sarebbe un errore caricare le elezioni nazionali olandesi di una valenza continentale che non hanno.

Meloni, in questo caso, può essere, l’arma della democrazia per fermare un conservatorismo estremo?

Il conservatorismo non è mai estremo, essendo sinonimo di moderazione e temperanza. La biografia di Giorgia Meloni racconta una bella storia di libertà e passione per la politica, non ha attraversato il percorso di rivoluzione della destra, bensì ne è stata una conseguenza, un punto di arrivo: nella vecchia destra sarebbe stata inimmaginabile una leadership femminile. Detto questo, non saprei quanto il modello Meloni possa disattivare estremizzazioni che ciclicamente percorrono l’Europa. Non a caso Revel scrisse “la tentazione totalitaria” già qualche decennio fa.

La leader di FdI, allo stesso tempo, è una grande alleata di Orban. Riuscirà a trasformare in un moderato modello anche lui?

Orban aderì al PPE, la sua storia è una oscillazione tra moderazione ed estremismo, anche a prescindere dall’eventuale correzione pedagogica di Giorgia.

L’ecologismo, ad esempio, può essere il collante per qualcosa di nuovo, magari per attrarre anche qualche socialisti che non si sente a suo agio in un modello orientato troppo a sinistra?

Ecologismo è una parola che contiene molte tasche: in Germania, ad esempio, i verdi nacquero per contenere la militanza comunista, in quella nazione vietata; poi i “Grunen” sono divenuti moderati, quasi una seconda Cdu. Verde di per sé non significa molto. La piccola ‘Democrazia Cristiana’ italiana, da me guidata, ha scelto come motto ‘verde è popolare ‘, per mostrare una adesione convinta alla sollecitazione del santo Padre per una difesa del pianeta. Papa Francesco ha adeguato in senso ambientalista la dottrina sociale della Chiesa, e in tal senso ha rigenerato le motivazioni di un impegno politico dei cattolici. Dobbiamo essergli grati, ma da cattolici laici possiamo individuare delle soluzioni originali per congiurare la salvezza del pianeta con la difesa dei bisogni primari dell’uomo, anzitutto il lavoro. Non possiamo
aderire a una rivoluzione ecologista a senso unico, centrata – guarda caso – sulle filiere produttive di alcune nazioni, a scapito di altre. Non è inginocchiando le economie europee che si salva il pianeta.

In vista delle europee correrà con la sua nuova Dc, ma è possibile qualcosa di più ampio, che non sia Fdi e sia alternativo alla destra urlante della prima Meloni e di Salvini?

La destra e la sinistra urla quando è all’opposizione, è la politica bellezza. Poi arriva il governo e comincia il gioco del silenzio, per tutti: in questo gioco vince chi resiste fino alla fine senza parlare, ed è una pratica che consiglio a tutti i governi, non a caso un signore che di governi ne fece sette, amava dire che preferiva i portasilenzi ai portavoce. Fatta questa premessa, la Dc sarà in campo nei modi compatibili col suo radicamento e con gli interessi della coalizione.

Matteo della Lega, intanto, è stato tra i primi a esultare per Wilders. Il leader del Carroccio sta pensando a un progetto alternativo a quella di Giorgia? Perché tanta diversità su ogni questione?

Il centrodestra è una coalizione, non un partito unico e tantomeno una caserma. Salvini ha sempre subito la suggestione di posizioni molto estreme, da ragazzo si definiva “comunista padano”, poi si è radicalizzato a destra, peccato che i suoi itinerari non abbiamo mai incrociato la democristianità, gli avrebbe fatto bene.

Il progetto dell’unico grande partito conservatore, intanto, viene messo in soffitta, così come l’ipotesi di una nuova grande balena non bianca, ma azzurra?

Il partito unitario del centrodestra fu il sogno ed è la vera grande eredità di Silvio
Berlusconi. Temo però che il cattivo funzionamento del Pdl sia un ricordo che allontana questa prospettiva.

In uno scenario così in evoluzione sarebbe auspicabile un dialogo con Renzi e con quei centristi, che pur condividendo certi valori, alle ultime politiche non hanno ritenuto vincente la sua strategia?

A me Renzi è simpaticissimo , ma onestamente nell’elettorato non pesa più della Dc con Rotondi. Siamo belli e bravi come tutti i ragazzi democristiani, ma è azzardato immaginare che grandi progetti possano passare solo per noi.


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